Padova, spari in azienda, regolamento di conti nel sangue

(Archivio/Websource)

Un morto e un ferito. E’ questo il bilancio di una sparatoria avvenuta nel padovano, all’interno di un’azienda, probabilmente originatasi a causa di un regolamento di conti causato da un debito di denaro.
L’imprenditore catanese Benedetto Allia è stato fermato per omicidio e tentato omicidio dai carabinieri a seguito di un lungo interrogatorio.
Il sospetto è che l’imprenditore abbia sparato con un fucile da caccia ad un cittadino di origini marocchine che era stato dipendente di un’azienda collegata alla sua LB, una ditta di verniciatura, e ad un suo amico calabrese che si trovava con lui poiché aveva accompagnato il primo a riscuotere il credito.
Yassine Lemfaddel, questo il nome del marocchino di ventinove anni, è rimasto ferito allo stomaco ma è riuscito a fuggire, dando in questo modo l’allarme.
Diversa sorte è toccata invece al calabrese, la cui identità non è stata ancora resa nota, che è rimasto invece a terra sul pavimento del capannone, in un lago di sangue.
Lo straniero avrebbe estratto un coltello, colpendo l’imprenditore e questo avrebbe fatto degenerare la discussione di natura economica e lavorativa. Allia avrebbe a quel punto imbracciato un fucile da caccia, reagendo facendo fuoco su entrambi.
Riuscendo a salire in auto, il marocchino ha raggiunto il bar di un distributore di benzina a Bagnoli di Sopra raccontando della sparatoria in azienda.
L’uomo ferito è stato soccorso con l’elicottero del Suem 118 e trasportato all’ospedale di Padova. Si trova in questo momento in condizioni serie, ma non in pericolo di vita.
Non c’era purtroppo più nulla da fare per il calabrese quando i carabinieri sono giunti sul posto.

Non il primo episodio questo verificatosi nella famiglia Allia. Il padre di Benedetto, Salvatore, anch’egli imprenditore, nel 2005 era stato condannato a vent’anni di reclusione, reo confesso dell’omicidio di un ex socio della sua azienda, Paolo Gubrissa, nel 2003 in Friuli Venezia Giulia. Il cadavere in quel caso era stato occultato e sepolto in un bidone di metallo nei pressi di un cantiere edile a Sagrado, in provincia di Gorizia.
Coordinate dal pm della Procura di Padova Maria D’Arpa, le indagini sull’omicidio e tentato omicidio di Bagnoli sono condotte dai carabinieri della compagnia di Abano, che ha effettuato un primo sopralluogo nel capannone della LB.

Qualche tempo fa era stato invece un imprenditore ad essere ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua azienda nelle prime ore del mattino.
BC