Lidl, via le croci dalle chiese nei manifesti – FOTO

Lidl
(Websource/archivio)

Ancora una volta al centro della bufera ci finisce la catena di supermercati Lidl. Questa volta, coloro che licenziarono i due dipendenti colpevoli di aver chiuso in gabbia due donne rom, sono al centro della bufera per una scelta aziendale decisamente discutibile, figlia di un malinteso multiculturalismo e rispetto per le religioni altrui. Infatti da qualche tempo nei vari supermercati Lidl vengono appesi dei manifesti pubblicitari che ritraggono scorci delle città italiane nei quali si trovano i punti vendita. Ebbene per non urtare la sensibilità dei clienti musulmani Lidl ha pensato bene di cancellare da quelle foto i crocifissi che apparivano per esempio sui campanili e sulle chiese.

I primi ad accorgersene sono stati i cittadini di Camporosso (Imperia) che hanno visto la gigantografia del vicino borgo di Dolceacqua “mutilata” dei suoi simboli cristiani. Fulvio Gazzola, primo cittadino di Dolceacqua, sollecitato da molti cittadini indignati si è subito fatto sentire: “Ho già chiesto spiegazioni in passato, mi avevano detto che sarebbe stata una soluzione temporanea ma quelle immagini sono sempre lì, ora sto valutando se fare causa direttamente all’azienda. Tutto questo lede l’immagine del nostro comune e di tutta l’Italia. Ci fa piacere se il nostro borgo viene rappresentato, ma a patto che ciò avvenga con riproduzioni fedeli e non con foto ‘soggettive’. Devono rispettare la realtà dei fatti: sulla chiesa ci sono le croci, simbolo di tradizione prima che di religiosità”.

Lidl non è nuova a questo tipo di iniziative già intraprese anche in altri Stati come la Grecia. Qui addirittura aveva deciso di togliere  le croci dalle confezioni di cibo greco spiegando così questa folle scelta: “Siamo un’impresa che rispetta la diversità e questo desiderio è alla base della scelta adottata per questo imballaggio”.

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Uno dei manifesti incriminati

F.B.