
Una giornata politica complessa quella di oggi, dopo che il Governo Gentiloni ha deciso di porre la fiducia sulla legge elettorale. Infatti, mentre la Camera approvava la terza fiducia con 309 sì, 87 voti contrari e sei astenuti, in Piazza Montecitorio si consumava la protesta delle opposizioni e in particolare del Movimento 5 Stelle. Da parte di qualche esponente parlamentare, il cosiddetto Rosatellum-bis è stato già ribattezzato ‘Fascistellum’ e nel mirino di chi contesta la legge è finito il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Quando infatti dal palco il deputato pentastellato Giuseppe Brescia ha nominato il Capo dello Stato, sono partiti i fischi da parte della piazza.
Al fianco dei pentastellati ci sono Sinistra Italiana e Mdp. Proprio da questi ultimi arriva un attacco al governo che segna il solco: di “distanze incolmabili” parla in Aula Alfredo D’Attorre, che poi accusa Paolo Gentiloni di “aver perso la faccia” chiedendo la fiducia sulla legge elettorale. Ancora più duro, in piazza, Massimo D’Alema, secondo il quale Gentiloni è più mite del suo predecessore ma politicamente dipende da Renzi”. Nel Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio annuncia una “veglia per la democrazia in piazza”. E in Aula è Alessandro Di Battista quello che fa meno sconti al governo: “Mi meraviglio dell’ipocrisia di questo Palazzo, ci sono brave persone in tutte le forze politiche ma sono legate al segretario. Ma c’è ancora una possibilità di andare contro certi diktat”.
Alessandro Di Battista lancia un avvertimento: “Non so come andrà perché c’è il voto segreto. Posso solo dire che siete facilmente sostituibili. Tranne un piccolo manipolo, Renzi non vi candiderà. Oggi per disciplina di partito avallerete la sua richiesta ma non vi ricandiderà. Forse è il momento di tirar fuori l’orgoglio e la dignità davanti a un segretario di partito che non vi considera”. Infine scuote il Carroccio: “Alla Lega delle felpe: oggi per qualche seggio in più vi svendete al governo Renzi-Berlusconi? Dove sono le battaglie antisistema? Brunetta che accusava di fascismo il Pd per la fiducia sulla legge elettorale oggi si comporta come un renziano qualsiasi”.
GM