
Il timore, ampiamente diffuso, è che l’Italia sia una nazione in cui per quanti sforzi si possano fare non c’è soluzione al malcostume generale che connota la società in ogni strato organizzativo. Nel nostro paese pare non esistere il principio di meritocrazia poiché anche i concorsi pubblici, quelli che dovrebbero premiarlo, sono ad esclusivo appannaggio di chi li gestisce, come dimostra quello che è accaduto a Faenza durante un bando per insegnamento annuale all’Isia. Il posto spettava al migliore dei candidati, assegnato cioè a colui (o colei) il quale avesse avuto il punteggio maggiore nel compito in combinazione con un curriculum più ricco. Nulla di anormale se non fosse che a presentarsi per il concorso c’era anche la presidente della commissione esaminatrice (la professoressa Paderni) che, caso vuole, è la stessa persona che si è aggiudicata la cattedra.
A denunciare l’accaduto attraverso le pagine de ‘La Stampa’ è stata la professoressa Alessandra Castellani, seconda classificata, ancora incredula nel dover assistere ad una simile ingiustizia. L’insegnante era in fibrillazione, ottenere un simile posto anche solo per un anno sarebbe stata una manna dal cielo, ma quando ha controllato i risultati non poteva credere ai suoi occhi: “Quando ho letto che Paderni aveva firmato come presidente della commissione il verbale in cui proclamava sé stessa come candidata prima nella graduatoria sono rimasta sconcertata, perplessa. Venivo da una influenza, ho pensato di aver capito male, e ho telefonato all’Isia”.
Quello che è accaduto in seguito è forse ancora più incredibile: alla richiesta di spiegazioni della professoressa Castellani, l’interlocutrice ha risposto che probabilmente erano stati i colleghi della Paderni ad avere esaminato il compito e che a suo avviso non c’era nulla di anormale. Sempre più sconcertata, la Castellani ha provato a denunciare l’accaduto al ministero della Pubblica Istruzione che in una risposta informale le ha comunicato che la situazione “Particolare” verrà esaminata con il presidente dell’Isia di Faenza, diretto superiore della candidata autoproclamatasi. Insomma per il ministero della Pubblica Istruzione il fatto che la presidente della commissione esaminatrice si sia auto proclamata non è necessariamente uno scandalo, necessitano ulteriori approfondimenti per capire se c’è stato illecito. Viene da chiedersi allora se in un sistema che si auto determina, in cui gli insegnanti hanno la possibilità di favorire i propri interessi, venga davvero salvaguardato quell‘interesse per l’istruzione degli alunni che il ministro Fedeli ha sempre decantato come obbiettivo principe del suo incarico.
F.S.