
La Penisola Iberica sta vivendo una vera e propria emergenza incendi. Ben 157 i roghi che si sono sviluppati, anche per via delle anomale temperature: siamo infatti a ottobre inoltrato e fa caldo. Ad alimentare le fiamme, i forti venti, fino a 130 chilometri orari, causa del passaggio dell’uragano Ophelia. La situazione più grave è in Galizia, dove sono almeno nove le vittime. La protezione civile portoghese ha spiegato che sei persone sono morte e altre 25 sono rimaste ferite. Alto il tributo dei vigili del fuoco. Nella parte spagnola della Galizia tre persone sono morte dopo essere rimaste intrappolate nella loro auto. Lo hanno reso noto le autorità dei due Paesi.
Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha espresso il proprio cordoglio su Twitter, ringraziando “tutti coloro che lavorano per spegnere le fiamme e aiutare la popolazione”. Ha poi aggiunto: “Mi sto recando in Galizia”. Il premier galiziano Alberto Nunbez Feijoo ritiene che tanti incendi siano dolosi e parla esplicitamente di “terrorismo incendiario”. Quindi rilancia in una serie di tweet: “I responsabili di queste azioni devono sapere che possono uccidere, e uccidono. Bruciano la Galizia, ci attaccano indiscriminatamente. Questi criminali devono pagare”. Infine parla di situazione “particolarmente preoccupante”. A giugno, il Portogallo ha dovuto fare i conti con le 64 vittime del disastro di Pedrogao Grande. Il fronte si è esteso poi a Gois: oltre 1.200 pompieri e nove mezzi aerei sono stati impegnati in qui giorni sul fronte del Pedrogao, nel Portogallo centrale, altri 800 con l’ausilio di quattro Canadair hanno domato l’incendio di Gois, che il comandante della protezione civile, Vitor Vaz Ointo, ha definito “molto veloce e esplosivo”.
GM