
“Una bomba a orologeria”, così gli esperti hanno definito i Campi Flegrei, un enorme zona vulcanica sotto la superficie terrestre che lo scorso mese di dicembre ha dato segnali di “risveglio”. Ora però un nuovo allarme arriva da una telefonata, il cui contenuto è al vaglio della Procura di Napoli. Nella conversazione, due ricercatori parlano tra loro di un bollettino dell’Ingv – l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – che mostrerebbe un grafico in cui si evidenzia un aumento del rapporto tra anidride carbonica e ossigeno.
Altri grafici mostrerebbero poi un aumento dei flussi magmatici al di sotto della caldere e soprattutto un innalzamento del suolo almeno due volte superiore a quello del periodo 1982-1984. In quel triennio, il bradisismo – fenomeno tipico dell’area dei Campi Flegrei – montava ad un ritmo di 3 mm al giorno portando ad un sollevamento complessivo misurato in 180 cm: questo significò che nella zona si verificarono oltre 10mila scosse, con punte di 500 sismi al giorno. Secondo uno dei due ricercatori, i dati dell’Ingv non sarebbero corretti, mentre l’altro fa un ragionamento diverso: “Supponiamo tu sia un abitante di Pozzuoli che non capisce i grafici tecnici. Vedi tutti i valori che aumentano, cosa pensi? Che dobbiamo scappare. O è vero quello che dice il bollettino e cioè che stiamo per esplodere o è vero quello che fa il Dipartimento di Protezione Civile e cioè che non aumenta il livello di allerta. Qualcosa non torna capisci?”.
Il ricercatore continua poi nella sua riflessione: “Io fortunatamente sono scienziato, per me non sta succedendo niente, però le figure che mettono indicano che qualcosa si muove. Io l’ho scritto al presidente e al Dipartimento di Protezione Civile: riunitevi, prendete una posizione perché se ha ragione il bollettino Ingv Campi Flegrei voi dovete evacuare la zona perché stiamo per eruttare, capisci che voglio dire? Io l’ho scritto a loro e chiaramente non mi hanno risposto”.
GM