
Aveva destato molto scalpore e apprensione il dramma del bambino di nemmeno due anni che era sfuggito al controllo della nonna ed era caduto in una piscina privata piena d’acqua e coperta da un telo di plastica a Penna San Giovanni in provincia di Macerata. Il fatto era avvenuto una settimana fa quando la nonna era andata con il nipotino, residente a Fermo, affidatole dai genitori che si trovavano al lavoro, nella casa resa inagibile dal terremoto per prendere alcune cose. Un attimo di distrazione e il bimbo era finito nella piscina. Il piccolo, trovato dai soccorritori privbo di segni vitali, era stato rianimato e trasportato con l’elicottero dell’eliambulanza all’ospedale di Torrette di Ancona.
Ora a una settimana di distanza arriva la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire. I medici hanno diramato un bollettino medico in cui dichiarano che per il piccolo di 22 mesi è giunta la morte cerebrale. Insomma il cuore batte ancora, ma l’elettroencefalogramma è piatto. I genitori hanno così dato l’assenso per l’espianto e la donazione degli organi. Da quel momento è scattata l’osservazione di sei ore prevista dalla procedura. Si tratta di fatto delle ultime sei ore in vita del bimbo.
Sulla vicenda sono ancora in corso le indagini dei Carabinieri di Penna San Giovanni che purtroppo non hanno potuto avvalersi dell’ausilio di nessuna immagine dato che la zona non era videosorvegliata. Nessuno tra l’altro ha assistito all’accaduto e dunque non ci sono testimoni diretti della tragedia. Tutto parte da quando la nonna lo ha ritrovato e la base per la ricostruzione dei fatti non può che essere il suo racconto.
F.B.