
A un anno dalle scosse del mercoledì sera con epicentro nel Maceratese, nell’area del cratere continuano le proteste dei terremotati, molti dei quali un anno dopo aspettano ancora le SAE (strutture abitative di emergenza). Nelle scorse settimane, ha tenuto banco la vicenda di Peppina Fattori, ma di situazioni al limite ve ne sono centinaia. Da qui nasce protesta inscenata nella notte dagli attivisti di ‘Terre in Moto’, i quali hanno simbolicamente delle casette di cartone sotto la sede della Regione Marche, ribattezzandole ‘Soluzioni abitative in attesa eterna’.
“Visto che quelle che da un anno dovrebbero sorgere nei paesi colpiti dal terremoto ancora non si vedono, abbiamo voluto consegnare alla Regione le nostre casette”, spiega ‘Terre in Moto’, aggiungendo: “Dopo un anno, continuare a chiamarle Strutture Abitative in Emergenza sembra una gigantesca presa per i fondelli. Basta confrontare i tempi che la Regione aveva previsto a maggio 2017 con lo stato attuale delle cose”. Inoltre, vengono denunciate le condizioni in cui lavorano gli operai per la consegna delle Sae: a causa dei ritardi, infatti, ora sono “costretti a turni di lavoro massacranti”. Gli attivisti danno anche appunto a domenica mattina, per una mobilitazione – l’ennesima di queste settimane – che hanno voluto chiamare “Marcia del Ritorno”.
Ai terremotati risponde in queste ore il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il quale ha sottolineato come dopo le scosse di fine ottobre 2016 hanno funzionato “bene la gestione dell’emergenza, l’insieme dei provvedimenti messi in atto per la ricostruzione e le risorse”, ma ci sono stati ritardi “ingiustificati”, manca “una percezione chiara e corretta” della portata dell’evento. Ceriscioli ricorda che “nel giro di pochi giorni circa 40 mila persone hanno trovato una collocazione in un albergo o in una casa”. Gli sfollati ora sono circa 30mila e in gran parte usufruiscono del contributo per l’autonoma sistemazione (CAS). Ceriscioli infine ammette i ritardi nella consegna delle Sae: “231 le casette consegnate, poche purtroppo, mentre 1.588 sono in lavorazione”. A un anno dal sisma parla anche il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, confermando “con tutte le difficoltà, le strozzature burocratiche, l’impegno del governo non solo per l’emergenza ma per essere al fianco delle popolazioni colpite, che devono restare in quei luoghi perche’ li’ ci sia vita”.
GM