
In seguito ad un articolo pubblicato su ‘Il Fatto Quotidiano’ si è venuti a conoscenza di un viaggio effettuato da Maria Elena Boschi in Canada tra il 14 ed il 16 settembre scorsi. A suscitare clamore non è tanto il viaggio in se, quanto il fatto che a Palazzo Chigi hanno dovuto fare i conti con una fattura di mille euro per un servizio fotografico mandata dall’Ambasciata italiana di Ottawa.
La Boschi si trovava in Canada per partecipare al ‘Global Progress’ un seminario della sinistra riformista in cui era chiamata ad un intervento. Si scopre inoltre che durante la tre giorni canadese, il sottosegretario di stato ha avuto modo di incontrarsi con il primo ministro canadese Justin Trudeau, con la ministra Maryam Monsef ed altri esponenti di spicco della scena politica del Paese nord americano. A questi si deve aggiungere un brindisi all’Istituto della Cultura di Toronto ed un altro al Centro canadese di Architettura.
Nell’articolo sopracitato si fa presente come nessuno di questi incontri abbia avuto copertura mediatica e come non facesse parte dell’agenda del governo: “Sfruttando l’incarico di governo, la sottosegretaria promuove se stessa e alimenta relazioni personali con le risorse pubbliche destinate alle ‘missioni’ dei rappresentanti dell’esecutivo”. Ma ciò che alimenta la polemica non è tanto questo, quanto il fatto che il servizio fotografico non fosse previsto nelle spese autorizzate per il viaggio dal segretario generale di Palazzo Chigi Paolo Aquilanti.
Aquilanti, infatti, è l’unico che ha il potere ed il dovere di controllare le spese affrontate dalla Boschi ed il fatto che il sottosegretario si sia permesso di effettuare una spesa non autorizzata fa desumere che questo controllo non esista. Questa in sunto l’accusa mossa da’Il Fatto Quotidiano’, dove si legge: “Aquilanti di professione fa il segretario generale, in realtà svolge le mansioni di segretario particolare di Meb, la scorta ovunque”. Parole dure a cui il diretto interessato al momento non ha dato risposta.
F.S.