Mangia del cibo in vasetti, per lui inizia un vero calvario

Rocco De Pace (foto dal web)

Insieme al suo coinquilino leccese, aveva consumato cibo in barattoli non sottovuoto. Era giugno: da quel momento per Rocco De Pace è iniziato il calvario. Mesi di agonia per viterbese di 26 anni, il quale dopo le dimissioni dall’ospedale Santa Maria della misericordia di Perugia era stato ricoverato in quello di Viterbo. Ieri notte, però, è sopraggiunto il decesso. A lungo, Rocco De Pace e il suo amico salentino erano stati ricoverati nello stesso ospedale, poi quest’ultimo era migliorato ed era stato dimesso. Successivamente il viterbese venne trasferito nella sua città.

Rimasto più a lungo in rianimazione, Rocco De Pace sembrava star meglio e aveva iniziato la riabilitazione, dopo essere stato sotto posto a tracheotomia per aiutarlo a respirare. Purtroppo poi la situazione era nuovamente precipitata. Appena una decina di giorni fa, era venuto a mancare il papà del 26enne, Ciro De Pace, ex docente di genetica agraria dell’università della Tuscia. La famiglia di Rocco De Pace era originario della cittadina pugliese di Mottola, ma da tempo si era trasferita a Viterbo.

Parlando dell’infezione da botulino, di qui è rimasto vittima il giovane, la professoressa Antonella Mencacci, responsabile della struttura complessa di Microbiologia dell’Azienda ospedaliera di Perugia, ha spiegato: “E’ una rara, ma gravissima malattia causata da un veleno prodotto da un batterio: il Clostridium botulinum (dal latino botulus, salsiccia). Le spore di questo batterio sono ovunque, nel suolo o nell’acqua, e sono estremamente resistenti a varie condizioni, come i raggi ultravioletti o la bollitura a 100 gradi. Le spore sono distrutte solo dalla sterilizzazione con strumenti specifici come le autoclavi di laboratorio”.

GM