
Sembra sinceramente incredibile, ma attenendoci ai fatti bisogna dire che per Rosa Bazzi e Olindo Romano, efferati assassini condannati all’ergastolo per la strage di Erba,c’è ancora speranza. Almeno dal punto di vista giudiziario. Infatti il prossimo 21 novembre si terrà davanti alla Corte d’appello di Brescia l’incidente probatorio su alcuni reperti della scena del crimine mai analizzati fino a questo momento. I legali dei due coniugi riconosciuti colpevoli per il massacro di undici anni fa che costò la vita a quattro persone l’aveva già detto da tempo di essere convinti che l’analisi di quei reperti avrebbe non solo riaperto completamente il caso, ma anche scagionato Rosa e Olindo.
In particolare gli accertamenti riguardano un accendino, un mazzo di chiavi mai analizzati e alcuni reperti biologici presenti sulla felpa del piccolo Youssef: un capello castano chiaro lungo dieci centimetri fra la manica destra e il cappuccio, un capello nero di un centimetro e mezzo sulla parte anteriore, due capelli sulla parte posteriore, le unghie delle vittime e le porzioni dei polpastrelli del bambino e una macchia di sangue sul terrazzino di Raffaella.
Sulla vicenda era intervenuto anche Azouz, l’uomo che nella strage perse moglie e figlioletto. Anche lui si era detto convinto che gli assassini non fossero Rosa e Olindo, sicuro che una coppia di vicini di casa non avrebbe mai potuto compiere un atto simile per dei semplici dissidi condominiali e sostiene che debba essere stato qualcun altro con altri moventi.