
Un caso di malasanità davvero incredibile avvenuto ai danni di una donna di 47 anni di Chioggia nel 2007 arriva oggi alla sua conclusione giudiziaria. La signora aveva dovuto ascoltare la tremenda diagnosi: “Lei ha un tumore al seno, bisogna procedere chirurgicamente”. Il primo errore fu commesso dal laboratorio di analisi che ravvisò cellule tumorali dove in realtà non c’erano e il secondo fu invece ad opera dei medici dell’ospedale di Chioggia che si fidarono di quel parere e procedettero con la mastectomina, ovvero l’asportazione del seno, senza alcun ulteriore accertamento clinico.
Ad accorgersi che qualcosa non quadrava fu la donna alla quale dopo l’operazione non venne prescritta come da prassi la radioterapia. La signora si rivolse ad un legale e visionando la sua cartella clinica scoprì che l’esito dell’esame istologico effettuato sui tessuti prelevati con agobiopsia dopo la mastectomia rivelava come non ci fosse assolutamente nessun tumore.
Dopo cinque anni di battaglie legali l’Ulss 14 di Chioggia è stata condannata, riconosciuta responsabile all’80% di quanto accaduto (il restante 20% riguarda i medici dell’ospedale) e obbligata ora ad un risarcimento. Durante il procedimento i consulenti tecnici del tribunale hanno contestato al laboratorio di “non aver correttamente svolto le analisi dei referti prelevati con agobiopsia” aggiungendo inoltre che “di fronte ai risultati emersi dall’analisi di un campione ridotto di tessuto sarebbe stato opportuno procedere a ulteriori accertamenti”. I medici dell’ospedale dal canto loro avrebbero secondo i giudici dovuto procedere con l’asportazione chirurgica mirata del linfonodo senza togliere l’intera mammella. “L’ospedale o ha commesso un errore diagnostico nell’interpretare le analisi svolte sulla paziente dopo il primo intervento, oppure ha omesso di informare la paziente che le analisi avevano escluso la presenza del carcinoma” hanno sentenziato i giudici.
F.B.