Omicidio di Teresa e Trifone: Giosuè era innamorato di Trifone?

(Archivio/Websource)

Prosegue il processo per l’omicidio della coppia di fidanzati di Pordenone, Teresa Costanza e Trifone Ragone. In carcere da oltre un anno, poiché imputato del duplice delitto, è Giosuè Ruotolo, ventisette anni, di Somma Vesuviana.
Qualche mese fa la difesa di Giosuè aveva dichiarato tracce di Dna individuato dal Ris di Parma nel bossolo recuperato nell’auto delle vittime, tra la leva del cambio e il sedile del guidatore, sarebbero state un elemento fondamentale a scagionare il ventisettenne.
La pubblica accusa è stata perentoria nel definire il movente che avrebbe portato l’imputato a compiere tale omicidio. L’odio covato da mesi per paura di perdere il suo posto di lavoro nella Guardia Finanza, avrebbero portato Giosuè ad uccidere Trifone, in modo che il commilitone non lo denunciasse per aver molestato via chat la propria fidanzata Teresa.
Un duplice omicidio che per l’accusa era premeditato da mesi nei minimi dettagli. Per il pm Ruotolo provava un profondo odio nei confronti di Trifone sì, ma anche una fortissima gelosia nei riguardi invece di Teresa, a causa dell’amore e della forte attrazione provata nei confronti di Trifone.
Una presunta attrazione omosessuale sarebbe dunque per il pm la leva dell’omicidio.
Sembrerebbe per il momento non sussistere alcun riscontro oggettivo a questa ipotesi.
“Nessun perdono per Giosuè”, ha nel frattempo dichiarato il padre della ragazza, convinto della colpevolezza dell’imputato e a suo dire “sollevato” quando ha sentito in aula formulare la richiesta di condanna all’ergastolo per lui. “Non avremo mai pace, perché non ci può essere mai una pena che potrebbe garantire due omicidi di due ragazzi così felici e belli. Speravo che Ruotolo si alzasse e dicesse la verità, ma capendo il suo carattere ho capito che era impossibile. Io non perdono nessuno, questo ha ammazzato mia figlia. Non esiste il perdono: ha condannato a morte tutta la famiglia”, ha dichiarato ancora il padre di Teresa. “Secondo me non ci può essere una seconda persona: mi rendo conto per quello che ho visto che Ruotolo è stato capace di fare tutto da solo. Ha preparato tutto tre o quattro mesi prima”, ha concluso convinto infine.
BC