
Un giro di baby squillo è stato stroncato ad Avellino. I carabinieri hanno scoperto che dodici giovanissime, dieci delle quali minorenni, facevano parte di un giro perverso di prostituzione, con gli incontri che avvenivano di mattina per lo più, nel retrobottega di un circolo ricreativo situato nel centro della città. Le ragazze marinavano la scuola per offrire prestazioni a pagamento che andavano dai 10 ai 100 euro. I carabinieri hanno effettuato anche alcuni arresti: a finire in manette sono state le menti della perversa attività, tutti ritenuti degli insospettabili, soprattutto per la loro irreprensibile condotta famigliare. Si tratta di un 70enne di Mercogliano e di un 85 di Lapio, entrambi paese in provincia di Avellino, e di un 50enne della città irpina. Due di loro si trovano ai domiciliari, per l’altro si sono aperte le porte del carcere. Le baby squillo facevano parte tutte di famiglie della borghesia professionale.
Baby squillo, i clienti delle giovanissime erano molto noti
Il giro di prostituzione minorile si è svolto dal 2016 al 2017, i clienti erano soprattutto ricchi e facoltosi clienti, con gli appuntamenti fissati telefonicamente. Le autorità hanno anche scoperto una sorta di listino prezzi adattato in base alle professioni della clientela. Tutto è venuto alla luce dopo un blitz scattato all’alba dai carabinieri su disposizione della Procura di Napoli. Gli arrestati devono rispondere alle accuse di induzione e sfruttamento della prostituzione minorile, oltre che di atti sessuali a pagamento con minori e violazione della legge Merlin. Anche i clienti delle baby squillo sono stati identificati. Molto di loro sono dei professionisti di Avellino di un certo rango, ed anche nei loro confronti si sta indagando per accertare eventuali responsabilità. Tutto sembra essere partito da un fidanzatino di una delle ragazze. Si è scoperto che il titolare del circolo adescava le giovanissime nella sala giochi, spiegando con chiarezza cosa avrebbero dovuto fare ed il guadagno loro riservato, che una volta diventate maggiorenni sarebbe diventato ben più cospicuo, come da promessa. Oltre al retrobottega, per gli incontri a luci rosse venivano usati anche luoghi desolati, come magazzini ed altri locali. Un altro controverso episodio è avvenuto a Pesaro, e ha visto protagonista una ragazza che ha denunciato un extracomunitario di abusi. Ma la verità sembra essere un’altra. Una vicenda simile era avvenuta all’inizio del 2016 a Brescia: qui le ragazzine si davano appuntamento su Whatsapp coi potenziali clienti nei bagni di un centro commerciale. E la giustificazione alla base di tutto è sempre quella del facile guadagno.
S.L.