
La storia di Cloe, la piccola morta a soli 4 mesi e mezzo di vita tre anni fa, è stata riportata in luce da un servizio televisivo de Le Iene e così si è finalmente tornato a parlare di un caso assurdo di malasanità e della rabbia più che comprensibile di due genitori disperati.
Quel maledetto giorno di tre anni fa i genitori portavano la piccola Cloe al Pronto soccorso pediatrico di Cosenza. La piccola aveva avuto una brutta crisi di vomito, ma i medici avevano rassicurato i due genitori spiegando loro che si trattava soltanto di un’influenza intestinale. Nei giorni successivi la bimba continuava a stare male, a vomitare senza dare segno di nessun miglioramento. Anzi le condizioni peggioravano e per questo motivo i genitori tornarono altre tre volte al pronto soccorso. Tutte e tre le volte i medici li hanno rispediti a casa senza una diagnosi precisa, ma con la raccomandazione di non preoccuparsi.
Il quinto giorno Cloe è entrata in uno stato di choc, una sorta di coma che non le permetteva di rispondere più a nessuno stimolo. I medici nonostante i molti esami effettuati non sono stati in grado di capire che la bambina era affetta da invaginazione intestinale, ovvero la penetrazione di una porzione di intestino in quella adiacente, una condizione che impedisce a cibo e acqua di fluire nell’intestino.
Si trattava di un problema risolvibile anche senza intervento chirurgico ma i medici di Cosenza non riuscirono a riconoscerlo. La bimba venne trasferita d’urgenza a Napoli dove un medico riconobbe all’istante l’invaginazione intestinale. Nonostante l’immediato intervento chirurgico la bimba morì dopo tre giorni a causa dei gravissimi danni cerebrali riportati in precedenza.
La parte incredibile di questa storia però deve ancora venire. Infatti i genitori denunciarono i medici di Cosenza per omicidio colposo, ma il perito discolpò tutti i sanitari e fece ricadere la colpa della morte di Cloe sui suoi genitori. Anche un secondo perito, pur riconoscendo che 3 accessi in 24 ore sono un segnale allarmante, ha affermato che “la condotta dei medici non è stata negligente, imprudente o imperita”. L’accusa di omicidio colposo è stata così archiviata dal Tribunale di Cosenza e i medici che non hanno riconosciuto il problema di Cloe non solo non hanno avuto la minima punizione, ma hanno ovviamente continuato ad esercitare la loro professione come se nulla fosse.
F.B.