
Non è purtroppo la prima volta, soprattutto in Calabria dove ci sono stati altri episodi simili, che un’equipe sanitaria del 118 intervenuta per fare il proprio lavoro deve subire violente aggressioni. E’ quanto accaduto in particolare ad Antonello Morabito, un medico di Gioia Tauro intervenuto sabato scorso a San Ferdinando insieme a un’equipe del 118 sul luogo di un incidente stradale che aveva coinvolto più autovetture. Il medico si è subito indirizzato verso una donna che era rimasta intrappolata nella propria autovettura e che era la più grave tra le persone coinvolte. A quel punto però è accaduto qualcosa di inatteso e tremendo. Il marito della donna ferita, anziché stare vicino alla propria consorte, ha iniziato a inveire contro i sanitari e in particolare nei confronti di quel medico che stava tentando di salvare sua moglie. Dapprima ha iniziato a fare un video con lo smartphone non smettendo mai con gli insulti e ipotizzando di girare il video per avere le prove di eventuali casi di malasanità. Poi è passato alle vie di fatto e ha aggredito Morabito con un vero e proprio pestaggio a base di calci e pugni. Il medico ha provato a fare lo stesso il proprio dovere ed è riuscito a caricare la donna sull’ambulanza.
La furia del folle marito però non era finita. Infatti in ospedale c’è stata una seconda aggressione e il medico è stato salvato da alcune persone presenti. Solo dopo aver assicurato le cure alla donna il dottor Morabito si è presentato dai colleghi per farsi controllare le proprie ferite. Il medico in seguito al pestaggio aveva un’infrazione costale con contusioni multiple per una prognosi di 30 giorni.
Morabito ha subito fatto denuncia ai Carabinieri, ma l’ordine dei Medici ha deciso di alzare la voce: “Esprimiamo indignazione per le continue violenze, aggressioni, minacce, intimidazioni, vessazioni nei confronti di chi opera in sanità, in prima linea e in prima persona per salvare la vita umana. I medici reggini sono continuamente oltraggiati ed offesi nella propria dignità professionale da un sistema che non garantisce condizioni di sicurezza e continua a sovraesporre chi opera in campo sanitario a querele e liti temerarie, con risorse umane e mezzi assolutamente insufficienti ad assicurare risposte ai pazienti calabresi”.
F.B.