Sara e la sua battaglia contro il cancro: “A volte manca il coraggio”

(foto dal web)

“Sono Sara, una ragazza di 18 anni ed ho il cancro. Una frase che ti leva il respiro eh? Già è proprio così, ho un Linfoma Non Hodgkin del mediastino”, inizia così una lettera di una ragazza a Fanpage per raccontare la difficile convivenza col male. Sara spiega: “Non si sa da cosa hanno origine i tumori e come prevenirli. Sappiamo solo che un bel giorno il nostro caro midollo smette un attimo magari di funzionare ed ecco qua che le nostre cellule impazziscono moltiplicandosi e formando masse, i tumori, detto molto semplicemente”.

La 18enne motiva poi la sua scelta di parlarne pubblicamente: “Sinceramente ne parlo primo per uno sfogo personale, ma soprattutto perché il mondo è ignorante su queste malattie”. Una storia ‘comune’ quella di Sara: “Il 2 gennaio 2017 iniziai a sentire la febbre, niente di che, finché i giorni a seguire, sdraiandomi non riuscivo a respirare (premetto che sono il tipo di persona che sopporta tutto e pensa ‘massi è normale poi passerà’), venne un dottore a visitarmi e mi disse che il polmone destro non ventilava mentre quello sinistro stava messo male e quindi ci disse di andare al pronto soccorso”.

Una settimana dopo, la ragazza finisce al pronto soccorso, quindi viene ricoverata: “Abbiamo visto dei linfonodi ingrossati e degli addensamenti nei polmoni”, le dicono. Ovviamente Sara non può pensare al peggio, finché non si ritrova faccia a faccia con suo papà che ha gli occhi rossi, poi inizia il via vai dalla sua stanza. Il vice primario a un certo punto parla di “sospetto linfoma”. Anche in quel caso, la preoccupazione di Sara non è eccessiva, non capisce esattamente di cosa stiano parlando. Arrivano poi l’operazione, la terapia intensiva e infine la domanda secca alla zia: “Sono qui perché ho un tumore?”. La donna non nega.

Il terribile responso

Poi per Sara arriva il terribile responso: “Linfoma Non Hodgikn del mediastino a grandi cellule B, maligno II° stadio di 14cm. Iniziamo subito la chemio-terapia, facendo poi anche la radio-terapia. Si le terapie sono veleno che solo noi che ci passiamo sappiamo cosa si prova. Sono stata ricoverata un mese e penso che una ragazza di 18 anni, o comunque nessuno, dovrebbe mai vedere e vivere in un ospedale”. La 18enne sottolinea come spesso vengano a mancare coraggio e speranza: “La situazione che mi ha fatto più paura è vedere una persona con cui praticamente ormai vivevo tutti i giorni da quasi un mese morire davanti ai miei occhi, non è per i deboli di cuore”.

Prosegue Sara: “Ho visto troppi amici nella bara perché purtroppo non ce l’hanno fatta, anche amici della mia età. Perché si è vero mi ricrescono i capelli ma nel frattempo mi sono cascati e tu ti lamenti se il parrucchiere ti taglia 3cm invece che 1cm”. I momenti più difficili sono stati quando “mi guardavano come una malata che poteva infettare qualcuno ed ucciderlo”. Il messaggio della 18enne è chiaro: “Noi siamo persone come voi, un po’ sfortunate si, ma siamo uguali, non allontanateci e non fate né le facce tristi quando ci vedete e né quelle schifate perché stiamo male”. Sara conclude la sua lettera facendo dei ringraziamenti: alla sua famiglia, ovviamente, e ai medici, ma anche a questa malattia “perché mi ha fatto capire e conoscere tante cose”.

“Dal tumore si può guarire”

Nei mesi scorsi, vi avevamo raccontato della vicenda di Giorgio Ciaccio, deputato regionale siciliano del M5S, guarito dal tumore al rene e dal Linfoma di Hodgkin, che lo avevano colpito nel settembre del 2015, quando aveva appena compiuto 34 anni. Il giovane uomo aveva lanciato un messaggio di speranza: “Dal tumore si può guarire. E io sono la dimostrazione che può accadere. Il tumore è sempre stato un argomento tabù, invece la mia forza è stata parlarne”.

 

GM