
Una scuola di Liverpool, la Blackmoor Park Junior School, ha negato ad una bambina di 7 anni di partecipare ad una gita, poiché la piccola deve recuperare le ore d’assenza dovute alla sua visita di routine per controllare il diabete. La piccola Olivia Harkins ha scoperto di avere il diabete lo scorso febbraio, quando si è sentita male ed i genitori si sono visti costretti a portarla in ospedale. Qui le è stato riscontrato un diabete di tipo uno che la costringe a 8 iniezioni di insulina per supplire alla carenza pancreatica (nel suo caso l’organo non ne produce) e ad una visita di controllo ogni mese. Pertanto la famiglia Harkins ha provveduto ha mandare all’istituto una tabella oraria dei possibili appuntamenti per avvisarli che in una di quelle date la figlia avrebbe dovuto sostenere una visita.
I dirigenti scolastici, tenendo in considerazione la futura assenza di Olivia, in osservanza di un nuovo regolamento scolastico molto più rigido sulle ore d’assenza alle lezioni, hanno inviato alla madre dell’alunna, Liz Feeney, una lettera in cui spiegavano il perché la figlia non poteva partecipare alla gita al cinema. La donna in un primo momento non ha prestato molta attenzione al fatto, ma siccome Olivia era molto dispiaciuta di non poter partecipare alla gita, è andata a parlare con la sua insegnante. Il colloquio con la maestra le ha fatto capire che i dirigenti scolastici stavano discriminando la bambina perché malata: “Olivia è letteralmente devastata, la costringeranno a perdere la gita a cui tiene tanto…posso anche apprezzare la loro politica sulle presenze, ma perché penalizzare bambini che sono genuinamente malati? Non si tratta di una visita dal dentista, è qualcosa di completamente differente. Il diabete è un problema serio”.
Il disappunto della donna non ha fatto cambiare idea ai dirigenti, convinti che la nuova politica apporti dei benefici all’istruzione degli alunni stessi, come confermato dal portavoce dell’istituto, il signor Robinson: “Stiamo facendo dei duri sforzi insieme ai genitori per permettere ai bambini di non perdere lezioni a meno che non sia assolutamente necessario”.
F.S.