Fuggire all’estero: i consigli per farlo nel modo più giusto

estero
(websource/archivio)

Gli ultimi dati non danno spazio a interpretazioni: nel 2016 ben 124.076 persone sono espatriate, in aumento del 15,4% rispetto al 2015. Un’emigrazione che coinvolge soprattutto le giovani generazioni: oltre il 39% di chi ha lasciato l’Italia nell’ultimo anno ha tra i 18 e i 34 anni. Si parte e si sceglie di non tornare, anche se la novità rispetto al passato è che chi va via dall’Italia lo fa cercando di mettere un po’ di soldi da parte prima della partenza. Lo spiega all’Adnkronos Aurora Procopio, originaria dei Castelli Romani, volata a Dublino: “Io avevo messo via 4mila euro, anche se, ovviamente, la cifra necessaria per affrontare i primi mesi varia a seconda dei Paesi. L’idea di andare via mi entusiasmava molto, ma ero anche preoccupata: temevo che non sarei riuscita a trovare subito un lavoro”.

La fuga di Aurora ha avuto una serie di risvolti positivi, infatti ha subito trovato impiego in una caffetteria e ora lavora nella scuola della figlia, nata otto anni fa, intanto è divenuta una blogger di successo: “Ho anche pubblicato diverse guide per il trasferimento all’estero”. Come lei, ha avuto discreto successo Francesco Menghini di Madre in Italy, una “casa sul web” per gli italiani all’estero, che consiglia: “Prima di tutto informati bene sul Paese, dove vuoi andare. Sembra un consiglio banale, ma in molti fanno questo errore di non capire prima se la destinazione è quella giusta”. Potrebbe essere utile – ad esempio – approfittare del “Working Holiday Visa” per volare in Australia avendo meno di 31 anni.

Ovviamente, trasferirsi non è proprio semplicissimo: “Non tutti sanno che per molti Paesi extraeuropei lavorare senza visto è illegale”, dice Menghini consigliando di controllare “passaporto” e “la validità della patente” perché altrimenti “si resta a piedi”. Per trovare lavoro è meglio muoversi prima di partire, “mandando i curricula in giro e aspettare che ti chiamino per un colloquio”. Siti consigliati su cui muoversi? CareerBuilder.com, Indeed.com, Idealist.org, Monster.com e Linkedin. La truffa, soprattutto sugli affitti, è sempre dietro l’angolo: “Bisogna stare molto attenti in Inghilterra o in Spagna, dove ci sono anche italiani che ti fanno pagare una quota prima di andarlo a vedere”. Poi è necessario ricordardi che “vogliono quasi tutti due mesi d’anticipo”, per cui, “mi raccomando: non partite senza soldi”.

Occhio al costo della vita

Menghini continua a dispensare consigli: “Createvi un piano finanziario, molto dettagliato, con il denaro necessario per i primi 5-6 mesi, dopo l’avvenuto trasferimento. Chi torna, è chi non ha pensato ad accumulare risparmi prima di partire”. Ci si può appoggiare su numbeo.com, un sito aggiornato sul costo della vita di ogni città del mondo. Infine, occhio a partire con qualche debito, perché potrebbe andare peggio. Anche Francesca Beninato, Italian Community Manager della piattaforma Expat.com, è prodiga di consigli: “Il trasferimento all’estero va pensato, suggerisco di scegliere una destinazione di cui si conosce la lingua e che offra sbocchi lavorativi in base alle proprie competenze professionali”. Qualche contatto con chi vive fuori da anni potrebbe essere un buon punto di partenza.

In seguito, “se siete professionisti, accertatevi che i titoli di studio e gli attestati in vostro possesso siano idonei per poter esercitare” altrimenti “andranno convertiti secondo le leggi del Paese”. L’importante è allargare la rete di contatti professionali, per cui quello di utilizzare network specializzati è un consiglio comune. Ricorda Francesca Beninato: “Per aprire un’attività in proprio, prima di fare qualsiasi passo e mettervi in mani sbagliate, fate un’attenta analisi del mercato locale, andate sul posto e mettetevi in contatto con la sede della Camera di Commercio italiana nel Paese”. Anche per la ricerca dell’alloggio il consiglio è sempre quello: non fidarsi troppo di chi chiede anticipi e rivolgersi a piattaforme specializzate. Alle mamme che restano arriva il consiglio di Brunella Rallo, veterana tra le mamme a distanza e fondatrice del blog mammedicervellinfuga.com: “Aspettate almeno sei mesi prima di programmare una trasferta da vostro figlio/a”. Inoltre ricordatevi di “non telefonare mai di prima mattina” perché “è il modo più veloce per farsi dare una risposta frettolosa e restarci male, inesorabilmente, per tutto il giorno”.

GM