
Terremoto a largo del Golfo di Napoli, intorno a mezzanotte, di magnitudo 3.7, ad una profondità di 464 km. A segnalarlo l’Ingv, anche se – a causa della profondità – il terremoto non dovrebbe essere stato percepito sulla terra ferma. L’epicentro a circa 90 km da Napoli. Un’altra scossa, di magnitudo 2.7, è stata registrata poco prima. Si tratta di movimenti tellurici che in questi giorni sono molto frequenti in tutto il Tirreno Meridionale.
Si tratta di scosse che colpiscono il basso Tirreno e sono provocate dallo sprofondamento dell’antico oceano della Tetide sotto il mantello terrestre. In sostanza, spiegano gli esperti, è attivo nella zona un processo definito di “subduzione”. Vuol dire che un pezzo di litosfera, che comprende crosta e mantello, sprofonda in verticale nel mantello e genera terremoti a grande profondità. Per tale ragione, è difficile percepirli superficialmente. Una quarantina le scosse nella zona di magnitudo 3.5 a partire dal 2005. Di questi una decina sono stati di magnitudo superiore a 4 e una ha registrato magnitudo 5.7. Era il 28 ottobre 2016, in quei giorni il Centro Italia era scosso da terribili eventi sismici. L’area al largo del golfo di Napoli è stata colpita anche di recente da scosse dalle conseguenze ben più gravi, come quella che ha devastato l’isola campana di Ischia lo scorso Agosto. In generale, però, i pericoli maggiori per Napoli e dintorni sembrano provenire dall’area dei Campi Flegrei.
GM