Il dramma di piazza San Carlo: il fidanzato di Erika chiede giustizia

(MARCO BERTORELLO/AFP/Getty Images)

Era morta dopo una dozzina di giorni di agonia Erika Pioletti, la 38enne ricoverata all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino dalla tragica serata del 3 giugno, quando in piazza San Carlo esplose il finimondo nel corso della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. I tifosi bianconeri che non avevano preso il biglietto per Cardiff si erano radunati nella piazza simbolo del capoluogo piemontese, quando per ragioni mai accertate iniziò una fuga generale. Erika Pioletti aveva subito un infarto da schiacciamento, nello specifico, come recita il referto clinico “arresto cardiaco da compressione della cassa toracica”. Peraltro, mentre la vegliava, il fidanzato della donna, Fabio Martinoli, ha subìto il furto del telefono cellulare e del relativo caricatore mentre era al suo capezzale.

Proprio l’uomo nelle scorse ore è tornato a parlare della tragedia che ha colpito la sua compagna di vita: “Speriamo venga fatta piena luce su quanto accaduto, ma visto il Paese in cui viviamo sono pessimista…”, ha detto cinque mesi dopo quei fatti sconvolgenti. L’uomo, assistito dall’avvocato Daniele Folino, di Domodossola, ha insistito: “Qualcuno dovrà rispondere dell’accaduto, anche se purtroppo Erika non me la restituisce nessuno”. Il legale del fidanzato di Erika Pioletti ha sostenuto: “Confidiamo nella magistratura e aspettiamo i rinvii a giudizio, pronti a costituirci parte civile e a chiedere giustizia”. Secondo l’avvocato, “quella giornata è stata un dramma e credo sia stata gestita malissimo”.

 

GM