
In un periodo in cui c’è chi darebbe qualsiasi cosa per poter accedere ad una casa popolare e in cui si scatenano spesso polemiche per assegnazioni che fanno storcere il naso c’è chi vive in un alloggio popolare ad affitto quasi azzerato, ma in realtà non ne avrebbe affatto bisogno. I casi come questo sono molti, ma quello emerso ora ha davvero dell’incredibile.
L’episodio è stato raccontato da Gabriele Rabaiotti, assessore comunale alla Casa di Milano. Il signore in questione aveva dichiarato come se nulla fosse nell’autocertificazione di “avere due milioni di euro investiti in fondi immobiliari” eppure la casa gli era stata assegnata ugualmente e ne ha usufruito anche per svariati anni. Una falla nel sistema ora messa a posto, un problema però. come dicevamo prima, assolutamente non isolato.
L’assessore spiega che l’universo di chi chiede la casa popolare è composta da chi davvero ne ha bisogno e chi ci prova. “Sui ventimila circa in lista per una casa la divisione è più o meno questa: dopo la verifica, un terzo esce dalla graduatoria perché ha raccontato cose non vere, non palle galattiche però non rispondenti al vero; il secondo terzo scende di posizione perché ha detto la verità, ma non tutta; l’ultimo terzo invece ha i requisiti” spiega Rabaiotti.
Poi ribadisce il concetto con un altro esempio: “Assegniamo a gennaio in via Pennini al Gallaratese delle case nuove, in prima assegnazione: trenta famiglie, di queste tre ci dicono grazie no, perché era un po’ scomodo per il posto in cui lavoravano. C’è un mondo di bisogno e uno che ci prova perché se gli va bene hanno anche la casa popolare”.
F.B.