Il Pd e l’Arcigay tengono lezioni nelle scuole medie: scoppia la polemica

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(Websource/archivio)

E’ scoppiata la polemica ancora una volta per quella che a tutti gli effetti sembra un’ingerenza della politica in un luogo poco consono. La settimana scorsa aveva destato scalpore il comizio dell’ex premier Renzi tenuto all’interno di una chiesa paleocristiana di Paestum, una circostanza che aveva indispettito non poco i vertici ecclesiastici campani e non solo. Questa volte il luogo “violato” senza autorizzazione è una scuola media. Si tratta di due casi accaduti entrambi a Milano. In un istituto sono stati invitati a tenere una “lezione” alcuni rappresentanti dell’Arcigay insieme a un consigliere comunale del PD, al responsabile Giovani dem e a un ex consigliere di Palazzo Marino sempre del Partito Democratico. In un altro istituto era invece stata invitata a parlare delle donne nell’Islam Sumaya Abel Qader. Quando la preside ha scoperto che la donna, oltre ad essere una scrittrice, era anche consigliere comunale ed ex dirigente del coordinamento dei centri islamici ha annullato tutto.

La polemica è stata sollevata in primis da alcuni politici locali della Lega e dall’assessore  municipale Deborah Giovanati. Le loro rimostranze hanno scatenato durissime reazioni da parte della sinistra che rivendica la bontà di quelle iniziative e parla di “sentimenti di razzismo meschino” e di “ingerenza politica inopportuna”. “Mi sembra assurdo che parlino loro di ingerenza – replica l’assessore Giovanati-. Sembrano non rendersi conto che la politica è già nella scuola se si invitano i politici e un’associazione politicizzata: è un controsenso e contrasta con le linee-guida del ministero. Scriverò al ministro. Se avessero invitato me e fossi stata presentata come dottoressa Giovanati cosa avrebbero detto? Io non interferisco, ho il diritto di dire che doveva essere garantita un’informazione trasparente e in contraddittorio”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il provveditore agli studi: “Come da prassi ho chiesto una relazione alle dirigenti scolastiche. Per quanto riguarda le attività che riguardano l’integrazione e l’inclusione, la scuola questo compito lo svolge già, e nello specifico lo svolge bene la “Pizzigoni” come altre scuole che hanno un’alta percentuale di stranieri; se qualcuno poi “posta” sui social dei messaggi che vanno oltre la didattica e la funzione formativa ne assume la sua responsabilità. La politica deve stare fuori dalla scuola e questo i dirigenti scolastici lo sanno bene. L’Ufficio che dirigo non ha alcun potere di intervento sulle scelte educative e didattiche degli istituti che li definiscono nella loro autonomia e nel rispetto degli organi che li governano. Per quanto mi risulta – aggiunge – le scuole hanno agito nel rispetto delle regole didattiche ed educative in ambedue i casi. Al comprensivo Pizzigoni, mi è stato riferito che non è stato organizzato un incontro su Ius soli ma un progetto organico su Cittadinanza e Costituzione, nell’ambito del quale sembra sia stato citato anche questo argomento. E protagonista non era un esponente politico ma un relatore che eventualmente si assumerà le proprie responsabilità. Alla Pertini, invece, tutto rientrava in un progetto che già da diversi anni si sta svolgendo, con ottimo grado di apprezzamento delle famiglie. E la dirigente scolastica – appena saputo che una delle relatrici ricopriva una carica politica – ha deciso di annullare l’iniziativa. Per quanto riguarda l’incontro con il Gruppo Scuola Arcigay, è chiaro che la scuola non deve lasciarsi coinvolgere dalle beghe della politica, ma le vicende devono essere viste nell’ottica dell’autonomia di cui abbiamo parlato”.

F.B.