Stuprata dai rom, la vittima: “Ho scritto alla Boldrini, non mi ha risposto”

(Websource/Archivio)

Lo stupro delle due quattordicenni romane commesso dai due ragazzi rom, ha riacceso il dibattito sulla necessità di maggiori misure di sicurezza a tutela delle ragazze. Tra le voci che si alzano in protesta in questa occasione, quella che suscita maggiore scalpore è di una ragazza di 25 anni che, in forma, anonima racconta il disgusto provato quando anche lei è stata vittima di stupratori: “Tanta tristezza, impotenza, schifo. Si può dire schifo? Quando toccò a me, quando riuscii a scappare da quell’inferno nel quale mi avevano segregata, intrapresi una battaglia al fianco di mio padre per mobilitare il quartiere e le coscienze. Per chiedere a tutti di reagire contro il degrado che favorisce situazioni simili”, racconta con amarezza la giovane a ‘Il Tempo’.

Ma quello che le crea ancora oggi rabbia è l’insensibilità palesata dagli altri nei suoi confronti. A distanza di quasi un anno da quanto capitatole, il senso di inadeguatezza provato quando ha capito che, invece di vederla come vittima, in molti la consideravano, se non totalmente, in parte colpevole, riemerge leggendo il dolore provato da queste due ragazzine e la fa stare nuovamente male: “Ci misi la mia faccia, ricacciandomi indietro lacrime versate cercando di far pace con la notte. Non ho ottenuto niente, solo giudizi affrettati, qualche risatina. L’avvocato di uno dei due vermi che mi hanno violentata, in aula, mi ha fatto domande sulla mia vita sessuale. Come fossi stata io la responsabile di ciò che avevo subito”.

Il coraggio dimostrato, quello che ogni volta che viene scoperto uno stupro viene richiesto alle vittime, non le è stato d’aiuto, non ha cambiato lo stato delle cose. Eppure la ragazza ci ha provato in tutti i modi, persino scrivendo una lettera alla Boldrini che non ha mai ricevuto risposta. Qui la denuncia della venticinquenne diviene delusione per un’occasione mancata: “Eppure ci contavo, chi più di lei, una donna al vertice delle istituzioni, avrebbe potuto cogliere il grido d’allarme di un’altra donna? Niente, così come non mi ha degnata di un cenno il sindaco Virginia Raggi. Non so nemmeno quante volte le ho scritto”.

F.S.