
A cavallo tra gli anni ’80 ed i ’90 Marino Occhipinti, ex agente della Squadra Mobile di Bologna, insieme ai fratelli Savi (la famigerata ‘Banda della Uno bianca’) ha terrorizzato mezza Italia con rapine ed omicidi. La vicenda divenne tristemente nota nella prima metà dei novanta, quando la banda è stata beccata, messa in carcere e processata. L’ex agente è stato condannato all’ergastolo nel 1994 per l’omicidio della guardia giurata Carlo Beccari, avvenuto durante l’assalto di un furgone porta valori della Coop di Casalecchio di Reno (19 febbraio del 1988).
Già qualche anno fa, nel 2010, Occhipinti ricevette un permesso premio per buona condotta, quindi nel 2012 gli venne concesso lo stato di semi libertà che gli permetteva di lavorare all’esterno della struttura carceraria ‘Due Palazzi’ di Padova dov’era detenuto. La decisione del tribunale è stata motivata dal fatto che l’ex agente ha tenuto, nel corso dei diciotto anni di detenzione, un comportamento modello e avrebbe effettuato un percorso di pentimento sorprendente. Ciò nonostante, all’epoca della concessione furono numerose le polemiche da parte dei familiari delle vittime della ‘Banda della Uno bianca’.
Per qualche anno la vicenda è rimasta sotto silenzio, poi lo scorso 8 agosto le polemiche sono state riaccese dalla concessione di una vacanza premio extra lusso: al detenuto venne permesso di alloggiare per un periodo all’Hotel Cristallo (struttura vacanziera a 4 stelle) per seguire un convegno della cooperativa per cui lavora. Ma al di là della vacanza premio, ciò che desta maggiore scalpore è lo stile di vita quotidiano che viene concesso ad Occhipinti: a distanza di 23 anni dalla condanna all’ergastolo, il detenuto esce alle 7 di mattina dal carcere per andare a lavorare all’ospedale Angelo Mestre; finito il turno di lavoro raggiunge la casa della compagna a bordo della sua Mercedes Classe A per cenare insieme a lei, quindi si ritira in cella entro la mezzanotte per dormire.
F.S.