
Nuovi guai per il fotografo Marco Fassoni Accetti, il superteste che si è autoaccusato di essere stato uno dei telefonisti del caso Emanuela Orlandi. Il fotografo romano è stato rintracciato nelle scorse ore dagli agenti del commissariato Vescovio nel suo studio di via Tripoli, al Nomentano, a Roma. L’uomo era ai domiciliari per un residuo di pena ma li aveva violati. I poliziotti lo hanno trovato nascosto sotto un pianoforte. Marco Fassoni Accetti è personaggio ambiguo, che in più occasioni si è autoaccusato di fatti coi quali nulla aveva a che vedere. Di certo, c’è lui dietro la morte di un bambino di 12 anni, Josè Garramon, figlio dell’ambasciatore uruguaiano a Roma, che fu ucciso nella pineta di Castelporziano, a Ostia. L’episodio avvenne il 20 dicembre 1983. Il fotografo d’arte venne fermato dalle forze dell’ordine: aveva investito il ragazzino ed era scappato senza prestare soccorso. In un primo momento venne accusato di aver agito nel tentativo di rapire il 12enne a scopo di violenza sessuale, alla fine, poi venne condannato a un anno per omicidio colposo.
Si parlerà di lui anche per la scomparsa del piccolo Bruno Romano, 12 anni, sparito il giorno di Santo Stefano del 1995 fa dal quartiere Africano di Roma. Secondo un’informativa, Marco Fassoni Accetti avrebbe avvicinato il ragazzino qualche giorno prima della scomparsa, insieme alla compagna e poi lo avrebbe rapito e “costretto a subire rapporti sessuali, con la partecipazione di un suo amico omosessuale”. Alcuni testimoni confermarono la presenza di un uomo di mezza età, mai però identificato. Di recente, arrivano quelle affermazioni sul rapimento di Emanuela Orlandi: Marco Fassoni Accetti si autoaccusa, in sostanza, durante la trasmissione ‘Chi l’ha visto?’. Mostra un flauto e sostiene che sia quello che appare in alcune foto che ritraggono Emanuela Orlandi. Quindi si autoaccusa del sequestro di Mirella Gregori. Spiega che entrambi sono legati a guerre sotterranee tra fazioni all’interno del Vaticano. Quelle affermazioni gli costano le accuse di calunnia e autocalunnia da parte della Procura di Roma, ma oramai Marco Fassoni Accetti sembra un fiume in piena. Afferma infatti di essere coinvolto nella scomparsa della studentessa ventenne, Alessia Rosati e nell’omicidio della sedicenne Catherine Skerl, tutti casi che a suo dire avrebbero a che fare con le lotte interne in Vaticano.