Macellaio abusa di una bimba, la madre: “Mi figlia rovinata per sempre”

Macellaio
(Websource/Daily Mail)

Mark Rowlinson, macellaio di Bridlington (cittadina di 37 mila abitanti nello Yorkshire, Inghilterra), è stato condannato a 8 anni di carcere poiché trovato colpevole di 20 imputazioni per abuso sessuale su minore dalla corte di Leicester. Durante il processo non è stato possibile sapere se Rowlinson si sia macchiato di episodi precedenti o successivi a quello per cui è stato incriminato: l’abuso, infatti, risale a parecchi anni fa, ma è stato denunciato dalla vittima solo quando era divenuta una ragazza e stava per terminare la High School (l’equivalente del nostro liceo).

All’epoca dei fatti l’uomo ha fatto sedere la bambina sulle sue ginocchia e l’ha costretta a vedere un filmato in cui un altro uomo perpetrava un abuso su un minore, quindi ne ha abusato e le ha detto di mantenere il segreto. La bambina non ha mai parlato di quanto le era successo né alle amiche né alla famiglia, poi qualche anno fa ha preso coraggio e lo ha denunciato direttamente alla polizia. Durante le indagini l’uomo è stato trovato in possesso di materiale pedo pornografico, prova della sua perversione nei confronti dei bambini ed indizio sufficiente a farlo ritenere colpevole dalla giuria.

Al termine del processo la madre della vittima parlato delle conseguenze che quell’abuso hanno avuto sulla figlia: “Mia figlia non entra nemmeno nei taxi guidati dagli uomini ed è sempre molto diffidente nei loro confronti. Persino quando va dal medico non vuole farsi visitare da un uomo. Le crea grande ansia, stress, vergogna ed imbarazzo. Le ha distrutto la vita sin da bambina”. La descrizione delle problematiche della figlia servono a far capire a chi l’ascolta le motivazioni della sua felicità per la decisione del tribunale: “Per fortuna la giuria ha ascoltato tutto quello che è stato detto e lo ha ritenuto colpevole per quanto fatto. Come famiglia siamo assolutamente al settimo cielo per la sentenza”.

Quello di questa ragazza inglese non è il primo caso di una vittima di stupro che trova il coraggio di denunciare il suo aggressore dopo un lungo periodo di tempo. Recentemente a Roma, ad esempio, due adolescenti hanno denunciato dopo diverso tempo lo stupro subito: nel loro caso la paura era data dalle minacce di morte fatte dagli aggressori.

F.S.