
“Sono ragazzini, tra due anni usciranno dal carcere, andranno a lavorare, si faranno delle famiglie e faranno figli”, parlava così Mohammed Louennoun, 50 anni, padre dei due giovani marocchini di 15 e 17 anni, entrambi nati in Italia, fermati per gli stupri commessi a Rimini nella notte del 26 agosto. I due aguzzini, una volta bloccati dalle forze dell’ordine, hanno collaborato, permettendo di individuare Guerlin Butungu, il capo della gang composta da quattro giovanissimi migranti responsabili dei due stupri. Il genitore, invece, rilasciò quelle dichiarazioni a ‘Matrix’ che destarono clamore.
Successivamente, anche la moglie Sana, 44 anni, fece parlare di sé: una vicina di casa raccontò infatti al Tg1 di minacce che aveva subito. “La mamma li mandava da me – spiega la donna ancora visibilmente impaurita – e mi diceva: ‘Ti faccio scopare dai miei figli’. Erano in tre, diceva che mi avrebbe fatta stuprare da tutti e tre”. I due genitori non proprio modello sono stati ora espulsi dal territorio italiano per decisione del Tribunale di Ancona. In sostanza, i giudici non hanno rinnovato loro il permesso di soggiono. Mohammed Louennoun è agli arresti domiciliari fino al prossimo aprile. Ha sulle spalle una serie davvero lunga di condanna, che vanno dall’oltraggio a pubblico ufficiale, furto, falsa attestazione sull’identità propria, guida in stato di ebbrezza, detenzione e vendita di stupefacenti, porto abusivo di armi, evasione e violazione del divieto di rientrare nel territorio italiano.
Diverse richieste di espulsione in passato
Della moglie Sana viene evidenziato il carattere aggressivo e arrogante: “L’ assoluta inidoneità genitoriale della figura paterna è dimostrata dal fatto che anziché ergersi ad esempio per i figli, con la sua condotta istiga i minori a non integrarsi nella realtà italiana e a non rispettare le regole di convivenza comuni”, scrivono i giudici motivando la propria decisione di respingere il ricorso dei due coniugi, “a salvaguardia dell’interesse pubblico alla sicurezza nazionale”. Mohammed Louennoun è entrato in Italia negli anni Novanta da irregolare e si è stabilito in Veneto, approfittando quindi di una sanatoria per regolarizzarsi. A Montebelluna è nato il primogenito che si trova ora in cella. Nel frattempo, saltano nuovi denunce e precedenti contro l’uomo, che evita l’espulsione proprio perché non può lasciare i figli senza custodia
Anche Sana, la madre, viene ammonita per stalking, ma non espulsa. I figli iniziano a diventare grandi e nemmeno loro sono l’esempio massimo di integrazione: hanno prima problemi a scuola, poi vengono segnalati alle forze dell’ ordine. I provvedimenti di espulsione nei confronti dei genitori fioccano, ma ancora una volta la fanno franca, per via di quei figli minori. Poi ci sono i tragici fatti di Rimini di fine agosto, quindi arrivano le terribili parole di Mohammed Louennoun e le accuse della vicina alla moglie. Infine, nelle scorse ore, la decisione del Tribunale di Ancona: quei genitori possono ora essere espulsi.
GM