
Family sues hospital for $1m after their daughter, 4, died from meningitis missed by student who was only medic on shift at the time
Un caso di malasanità negli Stati Uniti è emerso nelle ultime ore. Olivia Steinborn, di quattro anni, è la sfortunata protagonista della vicenda. Era agosto quando i suoi genitori hanno trovato la piccola distesa sul suo letto con la pelle di colore blu e la faccia ricoperta dal vomito. Brain Steinborn e Juli Tradwell, padre e madre di Olivia, hanno subito constatato che la bambina respirava in maniera anomala e che aveva 38.3 gradi di febbre. Così senza pensarci un attimo, decisero di portarla al pronto soccorso Excel che si trova a pochi metri dalla loro casa. Appena arrivata le sono stati fatti numerosi esami di routine ed è stata sottoposta a varie flebo per riprendersi. Dopo queste brevi cure è stata rimandata a casa con una prescrizione per un antibiotico usato per curare un’infezione all’orecchio. Cinque ore dopo, Olivia, che era sorda e aveva un impianto cocleare nell’orecchio destro, è tornata in ospedale dato che le sue condizioni continuavano a peggiorare. Appena arrivata il suo cuore ha smesso di battere ed è stato constatato il decesso. Secondo quanto risulta dall’autopsia la piccola è morta per una meningite batterica che determina l’infezione delle membrane che circondano il cervello e il midollo spinale. Questo tipo di malattia deve essere trattato immediatamente, cosa che non è avvenuta per la piccola Olivia. I genitori hanno così presentato una denuncia nei confronti del pronto soccorso Excel e chiedono un risaricmento danni di un milione di dollari. Secondo quanto riferito dai genitori di Olivia la clinica e il medico che ha visitato la bambina non sono riusciti a diagnosticare correttamente ciò che la stava uccidendo e hanno agito in modo improprio. Infatti dopo aver fatto gli esami di routine è stato dimessa dall’ospedale senza le giuste precauzioni. L’Excel è anche accusata di aver assunto “medici non esperti e adeguatamente qualificati”. A quanto pare l’unico medico presente era ancora in formazione (essendo studente) e non aveva i requisiti necessari per intervenire come specialista di medicina di emergenza. L’avvocato della coppia dice che le cause sono da ricondurre ad un taglio dei costi voluto dalla clinica “L’Excel guardava troppo al profitto e non hanno voluto pagare un vero medico che aveva finito la formazione”. Il dottor Armando Correa, specialista di malattie infettive pediatriche, ha contestato l’operato del collega infatti gli esami fatti su Olivia hanno mostrato “un eccesivo numero di globuli bianchi e le piastrine indicavano un’infezione batterica straordinaria”.

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