
Qualcosa di simile si era vista in Argentina qualche anno fa: all’epoca a una donna venne rimosso un tumore gigante di 23 chili. A Campobasso, invece, il tumore pesava la metà ed è stato rimosso nelle scorse ore a una donna dal dottor Fabio Rotondi e dal dottor Francesco Cosentino. L’intervento è stato eseguito alla Fondazione di Ricerca e Cura Giovanni Paolo II. Si è trattato di un’operazione davvero difficile per il peso, le dimensioni, l’importante e anomala vascolarizzazione peritoneale, e per il fatto che il tumore insisteva su organi vitali. Ma il dottor Rotondi è abituato a operare anche in situazioni complesse.
Ha spiegato il luminare: “Tutto questo è stato possibile grazie ad un lavoro di squadra. Risultati così importanti si ottengono solo lavorando insieme. Ringrazio anche la Direzione che ha creato le condizioni, affinché noi potessimo intervenire anche in situazioni molto difficili”. In questi anni, l’equipe del dottor Rotondi ha asportato un tumore di ben 17 chili in una paziente di 65 anni, uno di 11 chili su un paziente di 53 anni e un altro di 14 chili su un paziente di 74 anni. L’istituto di Campobasso, peraltro, è davvero all’avanguardia per quanto riguarda alcune forme tumorali. Secondo un rapporto, infatti, registra un indice di mortalità di tumore allo stomaco pari a zero a fronte di una media nazionale del 6,12%. La mortalità per i tumori del colon è all’1,81% a fronte di una media nazionale del 4,13%. “Un ringraziamento a tutti i nostri professionisti per gli importanti risultati raggiunti, e per la loro capacità di lavorare in squadra”, è stato rivolto dal Direttore Generale Mario Zappia.
GM