
Dentro o fuori. Come una finale. E’ lo spareggio che questa sera ci vedrà affrontare la Svezia in una partita dai toni agonistici a dir poco accesi. Gli 80mila di San Siro spingeranno gli azzurri che all’andata in Svezia hanno perso uno a zero e che si giocano non solo il Mondiale, ma anche la reputazione. Il clima è caldissimo anche per le dichiarazioni del commissario tecnico svedese Andersson: “Non abbiamo mai avuto l’impressione di essere stati favoriti all’andata, anzi. È un po’ strano, ma questa è la verità italiana. Se uno vuole telefonare è libero di farlo (il riferimento è alla chiamata fatta dal presidente federale Tavecchio al numero uno della Fifa, Gianni Infantino, per lamentarsi dell’arbitraggio dell’andata, n.d.r.) ma noi siamo sportivi e le partite le giochiamo sul campo. Abbiamo fiducia nell’arbitro, che farà una partita giusta e corretta, come del resto noi. Se invece non sarà così, sappiate che siamo pronti ad affrontare anche questo”.
E poi ancora: “Non vediamo l’ora di giocare. Sappiamo che non prendere gol ci porterà al Mondiale e la nostra intenzione è questa. Ma di certo non possiamo pensare a difendere per 90 minuti. L’Italia? Non mi aspetto che vada all’assalto fin da subito, perché non può subire gol. Ma che faccia più possesso palla, questo sì”.
Al di là delle questioni arbitrali resta il fatto che una nazionale come quella italiana dovrebbe essere più forte di tutto, anche di qualche fischio avverso. E che, qualora dovessimo essere eliminati, nessuno potrebbe di certo attaccarsi all’arbitro come scusante. Sarebbe un fallimento clamoroso di tutti. Di Tavecchio che ha voluto fortemente Ventura alla guida tecnica, dello stesso allenatore 69enne ex Torino, e di tutti i giocatori impegnati. Gli ultimi della lista dei colpevoli perché si ha l’impressione che non vengano messi nelle condizioni di dare il meglio, ma comunque coinvolti perché, come si suol dire, alla fine in campo ci vanno loro.
F.B.
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