Bambino morto nel pozzo: “Mi ha chiamato due volte, poi il silenzio”

bambino morto
Florin Petru Strambu (Websource/archivio)

Sulla tragedia del bambino morto dopo essere caduto nel frantoio a Corinaldo, in provincia di Ancona, e morto in maniera orribile, arrivano le parole del padre, comprensibilmente distrutto dal dolore. L’uomo si chiama Tytone Strambu, è un rumeno da tempo regolarmente residente in Italia, e proprio nel nostro paese era nato il povero Florin Petru, di 5 anni. Adesso il cadavere del piccolo si trova in obitorio all’ospedale di Senigallia, in attesa di accertamenti, ed è stata posta sotto sequestro dal sostituto procuratore. È stata anche aperta una inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti. Tytone Strambu denuncia il fatto che il frantoio era rimasto incustodito e scoperto: “Qualcuno non ha fatto il proprio dovere lasciando quel pozzo aperto, con il buio è diventato una trappola mortale. Ora è giusto che qualcuno paghi per l’orribile morte di mio figlio, questa è una tragedia che andava assolutamente evitata”.

Bambino morto, il padre descrive i suoi ultimi terribili istanti di vita

Strambu, 37 anni, risiede nel comune di Ostra Vetere assieme alla moglie e ad un’altra figlia di 2 anni, e ieri ha risposto alle domande dei carabinieri di Corinaldo accompagnato dalla nonna e dalla zia del bambino morto, che erano presenti al momento del dramma. La moglie e la bimba erano invece rimaste a casa. “Florin non aveva mai visto un frantoio, doveva essere una bella giornata di scoperte per lui, invece è stata l’ultima volta che l’ho visto. Non si è mai allontanato, l’ho tenuto per mano in ogni momento perché c’erano trattori ed altri macchinari accanto ai quali i bambini non devono restare incustoditi. Poi si è fatto buio, ci siamo seduti su di una panchina e c’era solo una luce che proveniva dall’interno del locale dove si trovava quel maledetto frantoio. Mio figlio ha fatto appena un paio di passi e poi ho subito sentito un tonfo e le sue urla. Mi chiamava “Babbo, babbo!”, ed all’improvviso non l’ho più sentito”. Questa vicenda ha presentato dei tratti simili a quanto avvenne nel 1981 al povero Alfredino Rampi, che morì dopo essere caduto in un pozzo.

S.L.