Michela, vittima di ricatti ed estorsioni, si toglie la vita lontano da i suoi incubi.

Rom
(Websource/archivio)

Ancora una tragedia. Non è la prima volta che sentiamo storie di questo genere ma ogni volta speriamo sia l’ultima. Storie di gente malvalgia, senza scrupoli, senza dignità, che si prende gioco del prossimo solo per trarne benefici (economici), ma che senza rendersene conto creano situazioni surreali fino al punto di non ritorno. Michela aveva solo 22 anni, una ragazza meravigliosamente bella, piena di vita, con la voglia di vita e di divertimento propria della sua giovane età. Una ragazza come le altre, che come le altre, aveva dei segreti, privati, ma che mai avrebbe potuto pensare finissero in mano sbagliate. Ecco, mani sbagliate, di qualcuno che ora, non dormirà piu’ sonni tranquilli, un pò per aver realizzato cosa davvero è accaduto, un pò perchè sa che la polizia ora è sulle sue tracce. Mani sbagliate, che hanno ricattato e minacciato la ragazza di Porto Torres di divulgare foto, forse video, di momenti intimi vissuti da Michela. Lei, barista di professione, ha inizialmente assecondato i suoi malfattori, dando loro soldi, spesso gran parte del suo stipendio, con la speranza di fermare chi aveva tradito la sua fiducia. Si era inventata in una occasione, di essere stata prima seguita poi rapinata da due persone, in modo da non destare sospetto verso i suoi genitori su quello che stava realmente accadendo e non far cosi capire dove finissero i suoi risparmi. Persone ancora ignote, che la giovane pensava di aver sedato con il denaro al punto di andare per un pò nell’Isola della Maddalena, da una sua amica, cosi da poter mettersi alle spalle l’orribile vicenda, ma non ce l’ha fatta. La violenza psicologica che ha subito, è stata piu’ forte di lei al punto di farle togliere la vita. Lontano da casa, lontano dai suoi, lontano da tutto. Ora ci sono gli esperti a lavorare sul caso, Nucleo Investigativo di Porto Torres e Carabinieri di Olbia, insieme per fare luce su questo vicenda. Al vaglio in primis i social che lei usava con frequenza, da Facebook a Whats’up e altri ancora, per capire se si possano ricavare informazioni utili su chi la portata a questo gesto estremo. Per ora però, è stato aperto un fascicolo processuale contro ignoti per istigazione al suicidio, sperando che questi malvagi, a breve, non siano piu’ solo ignoti ma abbiano nomi e cognomi ben precisi.

GVR