
Sembra assurdo o quasi. Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi nel 2007, e rinchiuso nel carcere milanese di Opera, è tornato oggi in tribunale dal giorno dell’udienza che lo decretò colpevole in via definitiva, per accusare una donna, Maria Grazia Montani, di diffamazione e minacce aggravate e pubblicate sui social network. Infatti la donna, era una delle amministratrici della pagine Facebook in questione, chiamata “Delitto di Garlasco, giustizia per Chiara Poggi”. Stasi, è stato ammanettato prima nella sua cella e scortato poi dagli agenti della polizia penitenziaria verso il Palazzo di Giustizia di Milano.
Stanco ma apparentemente lucido, ha dichiarato che la donna aveva una vera e propria ossessione nei suoi confronti, lo giudicò come persona e come assassino, lo insultò con parole pesanti e irrispettose e lo toccò anche nella sfera privata inneggiando a fantomatici festini a sfondo gay di cui Stasi stesso sarebbe stato organizzatore e partecipante. Anche le minacce non tardarono ad arrivare, “Stasi sei finito, la pagherai, non basteranno i proiettili a fermare la parola divina”. L’ex studente di Garlasco, continua la sua testimonianza raccontando di presunti pedinamenti fatti dalla donna stessa nei suoi confronti. Luoghi esatti dalle parole del condannato, in diversi parcheggi a Milano come nella fermata metro di Famagosta. Con tanto di macchina fotografica al seguito e scatti di fotografie verso la sua persona aggiunge. Tutto confermato dai messaggi sul social che confermerebbero la sua versione e anche quanto Maria Grazia sia stata realmente ossesionata dalla figura di Alberto Stasi. Queste le parole odierne del “mostro” di Garlasco, in un processo che riprenderà solo il giorno di San Valentino, il 14 Febbraio. Processo in cui Alberto, riguardo l’accusata, professa aver avuto un impatto emotivo forte su di lui e su chi gli sta vicino. Da accusato ad accusatore, in questo caso potrebbe anche passare, ma da qui a divenire “vittima” sembra davvero troppo. Si aspettano gli sviluppi del caso.
GVR