
Altra brutta storia di violenze sui bimbi da parte di maestre di asilo. Ci troviamo ad Udine, in una scuola paritaria dell’infanzia dell’hinterland friulano. La squadra mobile della Polizia della stessa città, con un blitz mirato, ha detto basta alle molteplici violenze a cui i piccoli malcapitati erano costretti a sottostare. Violenze fisiche e psicologiche in piena regola, urla ravvicinate, insulti, strattoni e via dicendo. Anche se i bambini non stessero facendo nulla di male, e ciò non giustificherebbe comunque questi gesti vergognosi, le docenti facevano una vera e propria esecuzione verso di loro, sempre più impauriti e demoralizzati. Tutto, secondo le accusate e le prove rinvenute dagli esperti, per non fare i compiti bene o quanto meno come dicessero le donne in questione oppure minacciati di violenze se avessero parlato con i loro genitori.
Umiliati, messi per ore all’angolo della classe davanti agli occhi perplessi ed insicuri, nonchè incapaci di reagire, dei compagni di classe. Ma che senso ha tutto questo? Cosa hanno fatto di male quelle piccole creature? Ma l’asilo, non dovrebbe essere un luogo dove i genitori nelle ore lavorative affidano i loro figli con serenità e sicurezza? Non dovrebbe essere il luogo dove loro, dai 3 ai 5 anni, iniziano i primi approcci con altri pari età, i primi giochi e le prime parole in gruppo? Evidentemente, in certi casi, non è cosi e ci si ritrova a commentare fatti incresciosi verso chi non ha la capacità di difendersi. Tornando alla scuola di Udine, due maestre sono state sospese dall’esercizio dell’insegnamento per reato di maltrattamento nei confronti dei bambini, sia fisico che mentale. Nel registro degli indagati sono state iscritte anche altre due insegnati dello stesso istituto. Sospese a tempo determinato, troppo poco per chi ha la capacità di ragionare, la sospensione giusta sarebbe per sempre. Ma non sempre è possibile. Almeno cosi sembra.
GVR