Strangolò la fidanzata 21enne: subito ai domiciliari. La gente si ribella

Nadia Orlando
(Websource/archivio)

Impossibile dimenticare l’orrore commesso da Francesco Mazzega, il 36enne che lo scorso luglio strangolò e uccise brutalmente la fidanzata Nadia Orlando di soli 21 anni. Incredibilmente all’assassino, che girò tutta la notte col cadavere della ragazza in auto prima di costiturirsi, furono concessi quasi subito gli arresti domiciliari, una decisione che lasciò sorpresi e basiti i parenti della povera Nadia e a dire il vero tutte le persone di buon senso.

Gli avvocati dell’imputato avevano chiesto immediatamente i domiciliari per il loro assistito che davanti agli inquirenti aveva spiegato di aver agito in seguito a un raptus dovuto a un litigio. “Il mio Francesco era un bravo ragazzo”, aveva poi aggiunto Lorenzo Mazzega, padre dell’assassino.

Subito dopo la concessione dei domiciliari partì una raccolta firme per fermare questo scempio. Ad oggi sono state raccolte ben  16.707 firme per chiedere la revoca degli arresti domiciliari. «Nadia non c’era più, la giustizia prendeva decisioni che non potevamo né capire né condividere, così non potevamo starcene con le mani in mano. Siamo andati per le strade, per le piazze, per i mercati e abbiamo raccolto queste firme ma ci muoveremo anche a livello nazionale per chiedere la revisione dell’attuale sistema delle misure cautelari: per Nadia, per le vittime come lei, perché non siano dimenticate, perché non si ripeta» spiegano gli amici di Nadia che hanno fatto partire questa lodevole iniziativa. Oggi la petizione è stata consegnata al presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Franco Iacop in presenza anche dei genitori della povera Nadia.

“Vi posso assicurare che faremo immediatamente tutto ciò che è in nostro potere affinché questo atto abbia il massimo della pubblicità nelle sedi opportune” ha assicurato Iacop.

F.B.