
L’attore Claudio Santamaria entra di prepotenza nel dibattito sulle molestie sessuali nel mondo del cinema e dello spettacolo e lo fa con un lungo post su Facebook. L’attore era stato tirato in ballo a sua insaputa durante una trasmissione televisiva nella quale veniva annoverato tra coloro che difendono il regista Fausto Brizzi, accusato da decine di donne di molestie sessuali. Il suo post, che aveva l’intento di fare chiarezza, rischia però di complicare ulteriormente la sua posizione dato che alcune affermazioni potrebbero essere al centro di nuove polemiche.
“Riguardo al caso Brizzi sono doverose alcune precisazioni visto che ho scoperto per caso di essere stato schierato a mia insaputa, in un servizio a Mattino5 in cui hanno usato parte della mia intervista – fatta a Los Angeles al Festival del cinema – in un blocco dedicato al regista e agli scandali a lui legati. Non sapevo che sarebbe stata utilizzata in quella rubrica specifica altrimenti avrei richiesto più tempo e spazio per approfondire. E questa è un’abitudine pericolosa che ultimamente sta prendendo piede nella comunicazione, quando si affrontano temi così delicati. Non puoi richiedere una battuta che poi verrà strumentalizzata, montata in modo sensazionalistico e tenendo all’oscuro l’intervistato dell’utilizzo che si farà e decidendo in quale schieramento posizionarlo, senza tenere conto di tutto ciò che aveva detto o scritto in precedenza. Ma mi assumo le mie responsabilità e spiego qui le mie posizioni in merito alla vicenda chiarendo in via definitiva”.
“Non mi schiero assolutamente in difesa di Brizzi come hanno scritto. Ma non lo accuso e non mi indurrete a farlo perché io non sono un testimone e neppure un giudice. Non siamo amici, non ho mai lavorato con lui e non mi piacciono nemmeno i suoi film, (mi perdoneranno i suoi estimatori). E sono incazzato perché tutto questo sporca la meraviglia del cinema e la reputazione di chi fa questo mestiere con serietà. I provini non si fanno in casa e i processi si fanno in tribunale. Ribadisco l’importanza della denuncia e comprendo anche la difficoltà che può paralizzare una vittima per le violenze fisiche e psicologiche nel denunciare subito. Ma il rischio è quello che dopo tanti anni le denunce vengano considerate solo funzionali a farsi pubblicità, che confondano, sminuiscano il valore della denuncia alimentando la sete di gossip in salotti televisivi non funzionali ad un principio fondamentale.
“Se non si hanno prove, purtroppo, se non si denuncia subito, purtroppo, anche se il gruppo si sostiene, è coraggioso, non si otterrà giustizia. La caccia alle streghe consiste proprio in questo. Sostituendosi ai tribunali, con giudizi facili, spietati , superficiali come un tweet. Sono dalla parte delle vittime. Dalla parte della giustizia. Non mi stancherò mai di ripeterlo: denunciate e nelle sedi competenti. Perché questo sistema di prevaricazione, di abusi di potere, di violenza e di impunità deve cessare. Grazie”.
F.B.