
Adesso che ha 22 anni è ormai grande, ma una ragazza ha parlato alle telecamere de ‘Le Iene’ svelando di essere stata violentata dal nonno quando era soltanto una 13enne. La vittima dei tremendi abusi descrive gli orrori subiti, facendo capire di essere rimasta invischiata in un rapporto che avrebbe dovuto basarsi sulla fiducia e che invece ha finito con il segnarle per sempre la vita. Intanto è trascorso anche un decennio ma Laura, questo il nome della giovane, ha anche svelato che nulla si è mosso sul fronte della giustizia. La sua storia continua ad essere ignorata. A raccogliere la sua testimonianza sono stati Gaston Zama e Matteo Viviani per un loro servizio trasmesso dalla nota trasmissione tv Mediaset. La ragazza violentata dal nonno a suo tempo dice che tutto continua ad essere tremendamente difficile: “Certe cose non le dimenticherò mai, altre non mi verranno più restituite. Mi è stata sottratta la vita, se un uomo mi sfiora per caso in strada provo subito una paura enorme”. Gli abusi da parte del consanguineo si svolsero durante la festa per la cresima: “Nonno non c’era ma mi disse di vederci lì vicino, e così ci incontrammo. Finimmo subito in camera da letto, lui chiuse la porta e mi chiese di andare a vivere con lui. Mi fece anche vedere la stanza che già mi aveva preparato, e poi mi chiese di stare zitta mentre iniziò a spogliarmi. Ne seguì un rapporto sessuale completo”.
Violentata dal nonno, dopo quasi 10 anni non ha ancora avuto giustizia
Laura confessa di non aver compreso cosa le stava capitando. Ricorda solo di essersene andata via in lacrime. Ma ciò che è peggio è che nessun altro componente della sua famiglia ha fatto qualcosa: “Eppure sono certa che tutti mi avevano sentito”. La vittima narra anche delle sue perdite di sangue, che ha dovuto mantenere nascoste, dicendo di non aver mai avuto il coraggio di parlare dell’incubo che l’aveva travolta: “E mio nonno il giorno dopo mi chiamò come se non fosse successo niente. La cosa poi si era ripetuta dopo che venne a prendermi in auto, ed un’altra volta ancora. Eppure gli volevo bene”. La cosa si è poi protratta per molto tempo, fino a quando Laura non trovò finalmente il coraggio di parlarne ai suoi genitori ed agli insegnanti: “Mia madre rimase in silenzio, era come morta dentro. Papà andò su tutte le furie”. Ne seguì una denuncia in Questura, alla quale fecero seguito altri dodici tormentati mesi prima dell’inizio del processo, a gennaio 2011. L’imputato mise pressione alla povera Laura anche durante le deposizioni in aula, nonostante tutto venne condannato in primo grado, ma fece ricorso. E la sentenza a lui sfavorevole fu confermata. Però in Cassazione, dopo altri 6 anni, il mostro riesce a farla franca per un vizio di forma, rappresentato da una firma mancante di un giudice. Il processo è da rifare. Intanto l’orco è sempre rimasto a piede libero, “grazie alla legge italiana ed ai suoi assurdi metodi”, ribadisce, stavolta con rabbia, la ragazza violentata dal nonno. Un altro controverso episodio aveva coinvolto nelle settimane scorse una 12enne ed un prete.
S.L.