
Da febbraio, la piccola Aurora, 9 anni, si trovava ricoverata nel reparto di Oncoematologia pediatrica del San Matteo, a Pavia. Negli anni, a causa di quel male che da tempo la faceva soffrire, quel reparto – diretto dal professor Marco Zecca – era diventata la sua seconda casa. Ma nonostante la terribile malattia, la piccola non aveva mai smesso di sorridere. Aurora è deceduta invece l’altra sera, visto l’aggravarsi delle sue condizioni. Al suo fianco, la mamma Anna e il papà Francesco. Negli ultimi tempi, la piccola aveva fatto parlare di sé per aver rivolto un appello attraverso la pagina Facebook di Pietro Castellese, del Cral del San Matteo: “Ciao a tutti voi sono Aurora, ho parlato con Pietro ho chiesto un desiderio per tutti i bambini ricoverati. Servirebbero 16 televisioni per tutte le stanze da posizionare al muro. Cercavamo un benefattore che li porta qui e una grande festa faremo. Il capitano della squadra sono io ovviamente Aurora”.
Ora è proprio Pietro Castellese a ricordare la piccola, con queste parole: “Tutta l’Italia si ricorderà di Aurora, era matura, una signorina. Una vera principessa. Martedì mattina stavamo festeggiando il successo della raccolta fondi proposta proprio da lei, poi, in tarda serata, la notizia. Non ci sono parole. Negli ultimi giorni le sue condizioni si erano aggravate, ma lei era una combattente, quindi abbiamo sperato e pregato fino all’ultimo”. L’appello della bambina aveva avuto una vasta risonanza, tant’è che alla gara di solidarietà avevano contribuito in tanti. Oltre 500 donatori pavesi, pacchi e regali da tutta Italia, oltre 60mila euro raccolti in quattro giorni, questi i numeri della raccolta. Peraltro, ricorda ancora Pietro Castellese, non era la prima volta che la piccola si lanciava in questo tipo di gare di solidarietà: “Si preoccupava sempre per gli altri. Il suo grande cuore la spingeva a cercare soluzioni per i piccoli problemi del reparto. Una volta si erano rotte le lavatrici, Aurora ha pensato di fare un post e di chiedere aiuto per risolvere il guaio. Un’altra volta erano finiti gli aerosol: ecco che Aurora propone una raccolta fondi. Pensava ai suoi compagni di viaggio, alle loro difficoltà, e sapeva coinvolgere tutti. Aurora faceva piccoli miracoli ogni giorno”.
GM