Lamezia: donna segregata, schiavizzata e violentata per 10 anni

(Websource/archivio)

Ascoltare e immaginare certe scene, fa rabbrividire chiunque. Quando si sentono certe storie, la prima cosa che ci viene in mente è: “ma com’è possibile?”, “come si può arrivare a tanto?”. A volte con delle esclamazioni si riesce a far capire tutto lo stupore che recano determinate circostanze. Questa è una di quelle. Il dramma che è capitato ad una donna rumena è qualcosa di accapricciante. Venuta ben dieci anni fa in Italia, in cerca di fortuna, di lavoro. Sceglie Lamezia come punto di partenza e trova occupazione come badante in una casa. Doveva seguire una donna, malata, che viveva col marito. La ragazza allora 19enne, svolge il suo lavoro con dedizione e serietà, prova a crearsi un futuro e non immagina minimamente ciò che le sta per accadere. Era il 2007, e quando la donna malata mori, per la ragazza dell’est inizia l’incubo. Il compagno della donna infatti, oggi 50enne, diventa il suo terrore più grande. L’ha segregata in casa, lontano da ogni altra forma di vita e pian piano ha iniziato a violentarla. Violenze continue, di tutti i tipi, che hanno tolto ogni speranza alla giovane. Violenze e abusi sempre più frequenti che hanno ridotto la badante ad una vera e propria schiavitù.

L’uomo la costringe a dormire in una baracca abbandonata, in aperta campagna, nel Vibonese. Senza acqua, senza luce, senza bagno, senza un letto. Praticamente impotente e impaurita, tra sporco e le sue feci, tra topi e scarafaggi. La cosa che rende il tutto ancor più orribile, è che la ragazza, col tempo diventata donna, non è sola. Dai rapporti tra i due sono nati due bambini, cresciuti anche loro come la mamma e tenuti segregati con essa. Mai curati, cosi come mai curata la donna, anche dopo il parto o dopo le sevizie. Il “mostro”, è stato capace di suturare le ferite con la lenza da pesca. Brividi. E durante i vari soprusi, abusi, violenze, lei legata al letto come la peggiore delle bestie, i loro bimbi li, ad osservare, sconcertati. Come se non bastasse, quando il bimbo è cresciuto, è stato costretto dal padre ad approfittare della mamma, in due, insieme. Da pelle d’oca. 10 anni cosi, 10 anni diventati routine per la donna oggi 29enne. Oggi però finalmente libera, almeno fisicamente, da quella bestia di uomo (mentalmente avrà bisogno di tempo e non solo). Grazie infatti ad un posto di blocco della Polizia locale, si è venuti alla scoperta di questa macabra vicenda. Gli agenti, insospettiti dall’auto in condizioni malmesse, il bimbo sporco e mal vestito, hanno fatto accertamenti e si sono fatti portare nella campagna dove la mamma del piccolo è segregata. Tra stupore e felicità, tra imbarazzo e commozione, la donna è finalmente libera.

Ora lei e i due figli sono sotto copertura della Polizia in una località segreta e protetta, mentre l’uomo in carcere in attesa della sentenza del giudice. I racconti dettagliati dell’ex badante, servono agli inquirenti per capire tutte le dinamiche e potersi cosi esprimere nei confronti del 50enne. Con la speranza che la pena per lui sarà di quelle epiche. In chiusura, da non sottovalutare le parole del Garante regionale per l’infanzia Antonio Marziale. Quest’ultimo ha aperto una procedura per gli inquirenti, per valutare negligenze e negligenti. Per lui, è impossibile che nel paese, nessuno sapeva. Chi è complice deve pagare.

GVR