
Aveva destato scalpore, rabbia e incredulità la morte di Giovanni Morello, un bambino di soli 6 anni deceduto nel reparto di pediatria dell’ospedale di Rovigo nel gennaio del 2016. Il piccolo, residente ad Anguillara Veneta in provincia di Padova, era stato ricoverato per una brutta influenza che aveva portato ad alcune complicazioni intestinali. Nessuno poteva però immaginare il tragico epilogo e dopo la morte del bambino la sua famiglia ha subito sporto denuncia nel tentativo di fare chiarezza sull’accaduto e rendere giustizia al povero Giovanni.
Le indagini sono partite dagli esiti dell’autopsia che ha dimostrato come la morte del bimbo sia avvenuta per lo strozzamento di un’ansa intestinale, una circostanza confermata poi dalle perizie dei consulenti nominati dalle varie parti in causa. In un primo momento erano stati raggiunti da avvisi di garanzia emanati dal sostituto procuratore Giovanni Nalin sette medici appartenenti ai tre diversi reparti nei quali il piccolo è stato nei cinque giorni di degenza che hanno preceduto la morte. L’accusa per loro era quella di omicidio colposo. Poi con l’approfondirsi delle indagini si è arrivati alle richieste di rinvio a giudizio che hanno riguardato in realtà soltanto uno dei sette medici in questione. Si tratta di Vincenzo Rametta, 42 anni, dirigente medico della Struttura organizzativa complessa di Pediatria e nel gennaio 2016 anche primario ad interim del reparto in questione. In attesa che la giustizia faccia il suo corso l’indagine interna avviata dalla Regione non ha invece portato a nessun risultato. Secondo gli ispettori non erano state commesse inadempienze o errori medici di nessun tipo. Tutto, hanno detto, è stato fatto seguendo il protocollo per questi casi.
F.B.