
Esattamente un anno fa, è arrivata la sentenza nei confronti di Paolo Pietropaolo, l’uomo di 41 anni che il primo febbraio 2016 a Pozzuoli tentò di uccidere Carla Caiazzo, la donna che diceva di amare, bruciandola viva dopo averle versato addosso liquido infiammabile. L’uomo è stato condannato a 18 anni di carcere. Oggi Carla Caiazzo è tornata a parlare in un’intervista al ‘Corriere del Mezzogiorno’, nella quale ha spiegato di sentirsi abbandonata: “Quando ero moribonda le autorità venivano a farmi visita spesso, forse per farsi notare. Ora che sto meglio e avrei bisogno del loro aiuto per trovare un lavoro sono scomparsi tutti”.
La giovane donna ha lamentato: “Sono ancora alle prese con gli ambulatori, i medici… Mi resta ancora qualche intervento funzionale, poi cominceremo quelli estetici. Vorrei velocizzare, ma devo portare pazienza. Sono già stati fatti tanti miracoli”. Carla Caiazzo ha detto di poter contare sulla sua famiglia e sul nuovo compagno Enzo, mentre “la Regione mi fece sapere di avere istituito un fondo per le donne vittime di violenza, ma non ho visto un centesimo”. E fa un paragone: “E’ come se qualcuno ti dice che vuole regalarti 50 euro, ma poi te li mette in un tombino e ti dice di prenderli”.
“Io chiedo un lavoro, non un’elemosina” – dice ancora Carla Caiazzo – “Nonostante io mi affatichi facilmente e abbia bisogno di assentarmi ogni tanto per controlli medici potrei svolgere senza problemi diverse attività. Nessuno però si è fatto avanti per aiutarmi”. La donna lancia poi un appello: “Denunciate subito, al primo segnale. Non fate passare il tempo sperando che chi vi fa del male cambi: nessuno cambia veramente. Chi è violento resterà sempre tale. Ma vorrei rivolgermi anche alle forze dell’ordine”.
GM