Renzi e le fakenews un invito al confronto: cosa chiediamo al leader PD

 

(Websource/archivio)

Egregio Matteo Renzi,
Lei ha ragione. Quello che sta accadendo in queste ore è impressionante. Una piccola realtà editoriale, creata da una famiglia di persone per bene, che ha lavorato duramente per crescere e consolidarsi, dando lavoro a decine di famiglie, vede in pochi minuti il proprio lavoro spazzato via e compromesso, perché FB ha oscurato le pagine di questa realtà. La tesi, suggestiva, è che questa famiglia avrebbe creato una rete di disinformazione per scopi politici, vicini alla destra più estrema ed eversiva, xenofoba, violenta, e a tal fine si sarebbe servita del network. Queste sono fakenews, Presidente, “comode” per marchiare una verità scomoda. Ci permetta due verità. La prima, che Lei conosce bene, è una divergenza di opinioni su alcuni temi: in particolare l’indebolimento dei diritti dei lavoratori e la tentata riforma della Senato. Sul referendum costituzionale abbiamo manifestato apertamente il nostro dissenso: certamente Lei lo ha visto, ha capito e ne ha preso atto. La seconda verità è che la famiglia di cui sopra, tacciata di xenofobia, da anni è impegnata nel sociale. Vuole sapere dove incontrarli? Ogni lunedì sera, sotto i ponti della stazione Tiburtina, a Roma, mentre distribuiscono pasti, coperte e viveri a poveri, emarginati, stranieri. La loro “politica” lì inizia e lì finisce.
Chieda agli ultimi, agli indifesi di quel luogo chi sono le persone da Lei e dal Presidente della Camera descritte come criminali. Sì, sono una famiglia che si riconosce nei fondamentali valori cristiani. Sappiamo di questi tempi non è “politicamente corretto” dichiararlo, Lei dovrebbe comprendere e accettare la differenza. Ma le elezioni, cruciali, incalzano. Ed ecco che un giornale dall’altra parte dell’oceano pubblica un articolo con l’intento di screditare sistematicamente una testata giornalistica con idee politiche non schierate, non estreme, e che rivendica la libertà di critica e confronto. “Repubblica” riprende l’articolo e ne peggiora i contenuti, usando la magica parola “fakenews” come marchio d’infamia e discredito, senza alcuna possibilità di replica e di riscontro. In pochi minuti FB oscura le pagine. Chi lavora in queste realtà rimane sgomento, non riesce a credere a quanto sta accadendo. Ma la cosa impressionante avviene poche ore dopo, come da Lei sottolineato: la Presidente della Camera plaude, Lei anche, con il compiacimento di chi vede abbattuto un nemico, senza attendere una replica, una verifica seria. Lei rincara la dose: “C’è chi inquina in modo scientifico il dibattito politico sul web diffondendo notizie false solo per screditare gli avversari”. Lei può portare una prova a sostegno di questa tesi, Presidente Renzi? C’è una vera indagine – non la presunta inchiesta di un giornale americano, o una slide – c’è una sentenza che permette a Lei e alla terza carica dello Stato di avvalorare una tesi diffamatoria? Lei che ruolo ha e vuole avere in questa vicenda?. DirettaNews ha pubblicato in pochi anni 160.000 articoli. Noi invitiamo Lei, Andrea Stroppa, il suo staff – e, se vorranno, i giornalisti Carlo Brunelli, Luca Sofri, Matteo Grandi, Enrico Forzinetti, Dario Caliendo, Jacobo Iacoboni, Andrea Signorelli, Francesco Specchia, che hanno riportato le sensazionalistiche tesi del giornale americano – a verificare i contenuti di Direttanews e trovare notizie create per screditare e disinformare. Sembra peraltro opportuno, ne converrà, distinguere tra fakenews e notizie riportate erroneamente – è un problema di tutta la stampa, anche la più autorevole. E sembra giusto tenere fuori da questa indagine i titoli ad effetto, quando non ingannevoli. Del resto, sui “titoli ad effetto” la politica, senza eccezioni, è maestra. Una distinzione, quella tra errori e fakes, che un giornalista come Riccardo Luna dell’AGI ha saputo opportunamente rimarcare in queste ore, portando avanti una riflessione realmente moderata, illuminata e di buon senso, nel putiferio scatenatosi intorno alla nostra realtà. Ci è sembrato l’Henry Fonda della “Parola ai giurati” il meraviglioso film di Sidney Lumet: un uomo che riflette, e invita a riflettere.
Possiamo dunque contare nel Suo endorsement e ottenere ora, dopo il pestaggio subito, una verifica approfondita, serena, sul nostro lavoro? O l’approssimarsi delle elezioni consiglia di scongiurare il rischio che la reputazione di Direttanews venga riabilitata in tempi brevi e il confronto democratico aprirsi, anche sui social, senza subire pressioni e censure dalla politica?
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