
A.M., una donna marocchina di 47 anni residente a Pordenone, aveva una vita infernale che la portò al compimento di un gesto estremo per il quale oggi è stata condannata a 10 anni di carcere. I fatti risalgono al 2010. La donna era da tempo malata, vittima di una grave patologia degenerativa che di fatto ne aveva quasi completamente impedito la deambulazione. Come se non bastasse, e nonostante la malattia, era costretta a subire ogni giorno violenze psicologiche e fisiche da parte del marito che da anni la vessava e la picchiava in maniera sistematica.
Il tutto fino a quando la 47enne non ce la fece più. Una notte, raggiunto e superato il limite della sopportazione e dell’esasperazione, la donna uccise il marito con una coltellata. Per qualche giorno A.M. sostenne la tesi del suicidio del marito ma l’autopsia chiarì che quelle coltellate non potevano essere state autoinferte e a quel punto la donna confessò tutto. Il figlio adolescente della coppia confermò in toto la versione della madre comprese tutte quelle violenze subite nel corso di anni da parte di suo padre.
Nonostante tutte queste attenuanti la donna venne condannata a 10 anni di carcere. Una pena che fino a questo momento non era stata resa ancora esecutiva. Ora, anche se la donna è costretta su una sedia a rotelle, è stata comunque arrestata dalla polizia e dovrà scontare in carcere il resto della pena.
La vicenda, in un momento in cui si parla molto di violenza sulle donne, ricorda in parte quella di cui abbiamo parlato in questi giorni e che arriva dagli Stati Uniti. Qui una ragazza ancora minorenne è stata condannata all’ergastolo per aver ucciso un uomo che aveva appena abusato di lei. Ora in sua difesa si sono mossi anche molti vip che chiedono la revisione del processo.
F.B.