
L’ottava edizione della Leopolda, convegno politico annuale iniziato nel 2010, è stata chiusa dall’intervento sul palco di Matteo Renzi, nel corso del quale il leader del PD ha fatto il punto della situazione, parlando del futuro del partito e di quello della nazione. La disamina dell’ex premier non può che partire dal punto più basso del suo governo, la sconfitta al referendum del 4 dicembre. Renzi non si nasconde ed ammette che la colpa di quel fallimento è sua e del suo entourage, ma sprona i presenti a vederlo come un insegnamento per il futuro: “Se noi vogliamo essere intellettualmente onesti dobbiamo partire da ciò che ci ha bruciato, cioè la sconfitta del 4 dicembre. Non siamo come Berlusconi che ogni volta che perde dà la colpa a qualcuno, noi quando perdiamo diciamo che abbiamo perso, M5s parlano di complotto ed invece quando si perde è perché gli italiani scelgono altri. Vi invito all’onestà intellettuale perché se non guardiamo al passato non si è onesti sul futuro. Abbiamo perso la sfida ma la rifarei. Siamo qui ancora più forti di prima”.
La sconfitta al referendum è stata, dunque, dovuta ad un’errata interpretazione del volere degli italiani. Ciò nonostante Renzi ostenta sicurezza e si dice sicuro che il PD si è rafforzato dopo quel fallimento ed è pronto ad affrontare il futuro con rinnovata fiducia, la stessa che l’ex premier suggerisce di avere ai Millennials: “In Italia nessun sogno è troppo piccolo, non ammalatevi mai del virus dell’autocommiserazione, del dare la colpa agli altri del fallimento, se fallite non è colpa degli altri ma perché non avete provato abbastanza. Ai millenials, ai ‘pischelli’ in cammino, dico: provateci, non restate al vostro posto, lo abbiamo fatto noi partendo da un’intervista e da una pedonalizzazione”.
Il futuro dell’Italia, però, passa primariamente dalle famiglie: il tasso di natalità nel nostro Paese è in costante ribasso e la colpa di ciò è causato principalmente dall’endemica mancanza di lavoro. Una delle soluzioni previste per incoraggiare le famiglie a fare figli e quella di estendere il bonus degli 80 euro: “Gli 80 euro non vanno cancellati, abbiamo bisogno di estenderli innanzitutto alle famiglie che hanno figli. In Italia siamo sotto il mezzo milione di nuovi nati, e quando nasce il secondo, il terzo figlio, una famiglia normale rischia di andare sotto la soglia di povertà. Se non si fanno più figli, il paese non ha futuro”.
F.S.