
Nuovi sviluppi per la tragedia dell’Albergo Rigopiano in Abruzzo, avvenuta il 18 gennaio scorso, nel quale persero la vita ventinove persone tra ospiti e dipendenti, travolte da una valanga proveniente dal monte Siella, parte del massiccio del Gran Sasso. Gli indagati sono ventitré e tra gli altisonanti nomi di spiccate autorità si sono aggiunti quelli degli ex sindaci di Farindola, Massimiliano Giancaterino, e Antonello De Vico. Sembra, infatti, che la responsabilità maggiore sia da attribuire a chi ha autorizzato la messa in opera e l’ingrandimento dell’hotel. Si è progressivamente sviluppata una reazione a catena di disinteresse e noncuranza, con tutto ciò che ne è conseguito. Se infatti fosse stata aggiornata la traccia che indica i punti più a rischio valanghe, l’area nel quale è stato costruito il Resort sarebbe stata immediatamente segnalata, e ne sarebbe stata dichiarata la pericolosità oltre, ovviamente, alla chiusura dello stabile per la stagione invernale. Tutto ciò è quanto si legge nell’ordinanza della Procura, e su ogni punto verrà fatta chiarezza.
SDS