Professore condannato per maltrattamenti su alunna malata di tumore

insegnante
Una scuola media (Websource/archivio)

Cuore freddo e animo intriso di cattiveria. Non può essere considerato altrimenti un professore di musica nell’Hinterland milanese. L’uomo, dinanzi ad una sua alunna di 11 anni, con non pochi problemi, si è manifestato come una persona volgare e decisamente aggressiva. Lei, ragazza afflitta da un tumore al cervello, rea di traccheggiare davanti la richiesta del suo insegnante di suonare uno strumento, a causa dei problemi ad un braccio portati dalla malattia. Insulti e grida da parte del professore verso l’undicenne, intimorita e mortificata per quei comportamenti nei suoi confronti.

Il fatto, riportato dal Corriere della Sera, ha dell’incredibile. Addirittura una frase che non ha bisogno di commenti ulteriori: “Hai le mestruazioni? Allora sei già in età fertile. Se tu fossi mia figlia ti avrei dato un calcio in c..”. Una vergogna inammissibile, una cattiveria inaudita che portarono la piccola ragazza, uscita in lacrime dall’aula in quell’occasione, a richiedere un ulteriore sostegno psicologico oltre a quello già in essere nella scuola sia per la sua malattia, sia per la sua situazione famigliare: la ragazza è anche orfana di suo padre. Questo testimonia la fragilità di una persona con una vita così breve alle spalle, ma già così dura e malvagia, che le ha riservato dolore e inquietudine. Una vita che ha bisogno di tanto affetto per superare problemi di quel calibro, non di certo pronta anche a questo tipo di atteggiamento da chi, dovrebbe darle un insegnamento.

Anna Maria Zamagni, giudice nella sentenza di questa brutta vicenda, non manca di accuse verso l’uomo, esprimendo il suo giudizio in maniera piuttosto negativa. E dichiara: “la condizione di disabilità della ragazza andava accolta e non schernita, a prescindere dal motivo che aveva determinato il richiamo e in ogni caso non rivelata a tutti, da un lato palesandola all’intera classe e dall’altro sminuendola quasi fosse una scusa utilizzata per giustificare la propria impreparazione”. Parole sagge, parole giuste, parole doverose. Il docente, venne condannato in un primo momento a due mesi di reclusione, poi ritrattati per le scuse date alla bambina. E’ stato comunque sospeso dalla sua scuola.

GVR