
Si ritorna a parlare del caso di stupro avvenuto lo scorso 7 settembre a Firenze ai danni di due studentesse americane. Ad essere accusati sono due carabinieri Pietro e Marco Camuffo. Mercoledì 22 novembre, nell’aula bunker del tribunale del capoluogo toscano, si è tenuto l’incidente probatorio dove le ragazze sono state interrogate per circa 12 ore. Nel frattempo la trasmissione Quarto Grado ha reso noto dei filmati girati dalle telecamere di sorveglianza della discoteca “Flò”. Le immagini riprendono l’interno e l’esterno del locale e risalgono ai minuti immediatamente precedenti alla presunta violenza sessuale. Sempre durante la trasmissione in onda su Retequattro sono stati rivelati i risultati di una perizia compiuta sui cellulari delle due ragazze. Una di loro aveva già ammesso di essersi scambiata il numero di telefono con Costa. Un altro particolare rivelato dalla trasmissione fa riferimento al tasso alcolemico delle due ragazze. Entrambe hanno affermato di non aver bevuto in maniera eccessiva ma gli esami del sangue hanno rivelato che la studentessa che accusa Costa ha riportato un tasso alcolemico di 1,4 alle 9 del mattino seguente. La strategia della difesa punta proprio a dimostrare che le due ragazze fossero ubriache e che avrebbero bevuto dopo essere tornate a casa accompagnate dai carabinieri.
La frase dell’avvocato Carta
Ciò che però ha suscitato scalpore è la frase pronunciata dall’avvocato Giorgio Carta, legale di Pietro Costa. Il legale è stato intervistato da Radio Capital e ha risposto così alle domande della giornalista: “Negli atti del giudizio c’è il sequestro degli indumenti delle due ragazze. Ad una hanno preso pantalone, slip e salvaslip, mentre all’altra solo la gonna. Io non ho la curiosità morbosa di sapere se una donna indossi le mutandine o meno. Il mio assistito è un bellissimo ragazzo e non ha bisogno di stuprare nessuno”. Un’affermazione che ha ovviamente attirato numerose critiche e che ha provocato centinaia di insulti su Facebook: “E’ una cosa assurda, sono disgustato, farò un esposto all’Ordine dei giornalisti. Io voglio solo accertare la verità”. Il difensore ha ammesso però che al telefono la giornalista si è presentata in quanto tale. Sempre Carta ha giustificato la sua affermazione dichiarando di non essere stato avvertito della registrazione: “Le mie frasi sarebbero state utilizzate per un’intervista che non ho rilasciato. Siccome una delle due studentesse aveva detto che uno dei carabinieri (l’appuntato Marco Camuffo che è accusato insieme a Costa della violenza) era brutto e ‘mai ci sarei stata perché mi faceva schifo’, io ho solo detto che Costa è un bel ragazzo e non ha bisogno di stuprare nessuno”. Alle dichiarazioni di Paolo Carta ha risposto anche Gabriele Zanobini, il legale di una delle due studentesse: Lascio al collega Carta il palcoscenico, gli risponderò durante il dibattimento. Io non faccio processi mediatici”.