
Continuano ad emergere durante l’indagine sulla tragedia di Rigopiano le intercettazioni telefoniche tra le persone coinvolte in quei drammatici momenti. Persone che evidentemente hanno clamorosamente sottovalutato ciò che stava per accadere e la portata immane della tragedia imminente. Le ultime in ordine di tempo riguardano Carmine Ricca, un dipendente dell’Anas che alle 15.35 del 18 gennaio 2017, cioè circa un’ora prima della tremenda valanga, parlava così: “E insomma, mica deve arrivare a Rigopiano? Perchè se dobbiamo liberare la Spa, al limite ci andiamo a fare pure il bagno”. Dall’altra parte del telefono c’è il responsabile del settore viabilità della Provincia, Paolo D’Incecco. Lui ride alla battuta di Ricca che poi aggiunge: “Cioè, ho capito che dobbiamo arrivare fin lì, però insomma è una bella tirata, lo sai meglio di me”.
L’oggetto della loro discussione è l’opportunità di mandare una turbina a liberare la strada intorno all’Hotel Rigopiano, un’operazione che se avessero fatto per tempo avrebbe forse permesso a molti di andarsene prima della valanga o quanto meno ai soccorsi di arrivare più agevolmente.
Un altro colloquio, pubblicato qualche giorno fa, coinvolgeva come interlocutore sempre D’Incecco. A parlare con lui questa volta era il responsabile della Viabilità provinciale Mauro Di Blasio. Il tema è sempre quello della turbina: “E poi c’ è il direttore dell’hotel Rigopiano. Chiede una turbina per far ripartire gli ospiti, bloccati dalla nevicata” spiega Di Blasio. E D’Incecco risponde: “Quello dell’albergo non deve rompere il c…. Digli che deve stare calmo”. Erano le 9.30 del mattino e ci sarebbe stato dunque tutto il tempo per compiere quell’operazione. La turbina venne invece mandata altrove e il resto, come si dice, è storia. Una tragica storia di morte.
F.B.