Accusato di crimini di guerra, beve veleno in tribunale

(Websource/archivio)

Prima della sentenza: “Non sono un criminale di guerra”. Subito dopo: “Ho preso del veleno”. Queste le ultime parole di Slobodan Praljak. Il generale croato, aveva appena ricevuto la sentenza di condanna del Tribunale Internazionale per l’Ex Jugoslavia (Aja). In segno di protesta, giudicandosi fino all’ultimo innocente, aveva bevuto un liquido da un flaconcino mostrandolo alla giuria. Il tutto quando l’udienza era in diretta televisiva provocando sgomento sia in aula, sia agli spettatori in tv. Interrotta con effetto immediato la sentenza, mentre il generale Praljak è stato portato con urgenza da codice rosso in ospedale. Un’ora di attesa poi la notizia del suo decesso.

Il fatto incriminante. Praljak era stato condannato a 20 anni di carcere per crimini di guerra insieme a l’ex Premier della Herceg Bosna, Jadranko Prilc, 25 anni di reclusione e il Ministro della Difesa sempre della Herceg Bosna, Bruno Stojic, condannato come Praljak a 20 lunghi anni. Condannato a 20 anni, anche uno dei leader del Consiglio di difesa croato Milivoje Petkovic. Tutte le persone nominate sono state accusate di crimini di guerra e contro l’umanità durante il conflitto in Bosnia-Erzegovina dal 1992 al 1995. Come aggravante, l’accusa di pulizia etnica per il ruolo svolto nella deportazione e molti reati compiuti ai danni dei musulmani bosniaci. Secondo i giudici, si trattava di una vera e propria organizzazione criminale, composta dai quattro membri citati pocanzi e altre due figure di rilievo. Franjo Tudjman, al tempo presidente della Croazia, e Gojko Susak, ministro della Difesa di Zagabria. Insieme, sempre secondo gli addetti ai lavori, volevano creare una vera e propria entità statale in Bosnia Erzegovina, unendola o comunque tenendo legami stretti e confidenziali con la Croazia.

GVR